Attualità
Orange Revolution: indifferente o indifesa?
Ecco come prendere parte alla raccolta fondi di Terre des Hommes
Chiara Colasanti | 7 marzo 2018

In occasione della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi Indifesa, Terre des Hommes lancia i risultati dell’indagine realizzata in collaborazione con ScuolaZoo nell’ambito dell’Osservatorio sulla Violenza e gli Stereotipi di Genere tra gli adolescenti italiani.
Avete ancora tempo fino a tutto domani per contribuire alla raccolta fondi per interventi di prevenzione della violenza nelle scuole superiori con sms o chiamata al numero solidale 45549: Terre des Hommes, con la campagna Indifesa si impegna a tutelare milioni di baby spose, baby mamme, ragazze violate e vittime di tratta, mettendo fine a violenze e maltrattamenti, per garantire loro un futuro migliore.
In particolare la raccolta fondi di questa edizione servirà a sostenere interventi di prevenzione delle violenza e degli stereotipi di genere nelle Scuole superiori italiane, a contrastare il fenomeno della schiavitù domestica delle bambine e delle ragazze in Perù e a combattere le Mutilazioni Genitali Femminili in Mauritania. 

6 ragazze adolescenti su 10 nel nostro Paese ammettono di trascorrere la maggior parte del proprio tempo libero online e sui social network (il 21,3% dice di passarlo giocando con il cellulare e il 12% guardando video in rete), ma è proprio nella solitudine del mondo online che le ragazze si sentono meno sicure. Quasi il 60% di loro ha infatti indicato la piazza virtuale come quella in cui si sentono maggiormente vulnerabili. 1 ragazza su 5 (il 19%) ammette di aver praticato il sexting, mentre 4 ragazze su 10 dicono di aver visto circolare foto o video intimi o a sfondo sessuale loro o di amici sui social network, online o sui servizi di messaggistica. Nel nostro Paese ogni giorno più di 2 bambini subiscono abusi e violenze sessuali, si tratta di oltre 950 minori all’anno e a livello globale circa120 milioni di ragazze con meno di vent’anni (una su dieci) hanno subito “rapporti forzati o altri atti sessuali forzati”. Nonostante i comportamenti spesso disinvolti, per altri versi sembra emergere una certa consapevolezza sui rischi della propria condotta online che può far cadere, per esempio, in trappole altrettanto pericolose come il grooming (l’adescamento online, da parte di adulti, di minori con lo scopo di commettere atti sessuali o a carattere pornografico) e il revenge porn (la pubblicazione di foto o video intimi e pedopornografici sul web, posta in essere generalmente dopo la fine di una relazione sentimentale o affettiva, a scopo di vendetta e che vede colpite soprattutto ragazze per mano dei loro ex partner). Vedere, infatti, le proprie foto intime circolare online o su cellulari altrui senza il proprio consenso viene considerato altrettanto grave e doloroso quanto subire una violenza una violenza fisica per il 94,3% delle ragazze. Ed è grazie a questo appiglio alla realtà che alla domanda se “ciò che succede su internet è reale e non virtuale”, ben il 71% delle ragazze risponde di essere d’accordo.

Adesso tocca anche a noi: vogliamo davvero rimanere indifferenti? 

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