Come giudica l’operato del Governo a riguardo?
Il nostro è un settore dove ci sono molti stagionali, intermittenti, lavoratori atipici, quindi un settore dove il lavoro spesso non è così tutelato. Pian piano ora si stanno adottando misure anche a sostegno di queste particolari tipologie di lavoro, ma non basta.
Se le chiedessero di preparare un piano per la ripartenza del settore culturale e turistico, cosa farebbe?
Questo settore non deve essere solo salvato ma anche fatto ripartire. Penso a un grande piano che investa sull’innovazione e che si basi sulla capacità delle imprese culturali di ripartire, di arricchirsi grazie alla creatività, alle nuove professioni digitali, affinché la cultura possa uscire dai confini dei soliti luoghi e parlare ad un pubblico più vasto, essere fruita in modo innovativo. Un Paese non sarebbe nulla senza la sua cultura e questo va sempre tenuto in considerazione. In questo periodo, a maggior ragione, abbiamo capito quanto la cultura costituisca il sostegno dell’identità dell’Italia; basti pensare alla musica e ai canti dai balconi… la cultura è davvero lo strumento che ci può tenere insieme. Per questo servirebbe un grande piano che investa sull’innovazione per rendere l’immenso patrimonio culturale che abbiamo (sia materiale che immateriale e naturalistico) meno burocratizzato e con meno differenze fra pubblico e privato.
Per quanto riguarda le piccole realtà museali?
Io credo molto nella possibilità che, intorno alle realtà minori, si possano creare delle nuove destinazioni, ma queste dovrebbero cambiare un po’ faccia, trasformarsi da luoghi di sola conservazione a laboratori, agorà, botteghe, spazi partecipati dai cittadini, dei luoghi dove si possono scambiare performance. Non solo a parole, ma anche con i fatti la cultura può e deve giocare un ruolo nuovo nella nostre comunità.
Pensa si possa instaurare una collaborazione fra le realtà museali e il MIUR, per attuare modalità di DaD anche con i vari e prestigiosi musei della nostra bellissima Italia?
Di questo ne sono convinta. Penso che i luoghi della cultura devono cambiare pelle, devono diventare spazi disponibili per incontrare le diverse anime delle nostre comunità. In questo momento, in cui gli spazi per le scuole risultano inefficienti, si potrebbe pensare a fare scuola nei giardini, entrare in contatto con le cooperative, con i mestieri dell’arte, del turismo, dei giornalisti. Si potrebbe fare scuola in questi luoghi bellissimi, con le professioni, con le maestranze, con quel “saper fare” che è importante tanto quanto il “conoscere”.
Per quanto riguarda il settore del turismo, cosa pensa che potrebbero fare le aziende per il salvabile”?
A zero ricavi non si può che andare verso zero costi. Certamente ci sono venuti incontro gli ammortizzatori sociali, ma non bastano e poi c’è stata una bellissima risposta del mondo della cooperazione culturale che ha iniziato a rendere disponibili su altri canali le proprie produzioni: pillole d’arte spiegate da operatori didattici, teatri, spettacoli, pillole di spettacoli rese disponibili sui siti web e rilanciate sempre dal canale creato da Legacoop. Una delle prime cose che si dovrebbero fare è riconoscere l’impresa culturale creativa e le professioni che ne conseguono. Ancora faccio fatica a dire che mestiere faccio! Ancora tanti artisti, progettisti culturali, tecnici dello spettacolo fanno fatica a raccontare che mestiere fanno, perché non c’è un giusto riconoscimento né delle imprese culturali né del mestiere culturale. Questa può essere l’occasione per cambiare.
Ma come sarà l’estate per noi giovani?
Io penso che i giovani non dovrebbero perdere la socialità, ma allo stesso tempo dovrebbero riuscire ad essere più selettivi, provare delle esperienze meno superficiali e un po’ più autentiche. Sicuramente non rinunciare totalmente alla movida, agli assembramenti ma diluirli e dilazionarli di più, scegliere di stare più con delle persone, di relazionarsi anche un po’ con generazioni diverse.
Andate a cercare vicinanze autentiche, è una parentesi della vostra vita che forse gioverà pure a voi!