Cinema e Teatro
Il buco, perché vedere il thriller fantascientifico Netflix
Siete avvisati: per vedere questo film occorre essere forti di stomaco!
Giulia Farfariello | 4 novembre 2020

Si sa, la domenica è una giornata dedicata al relax e allo zapping televisivo. Difficile scegliere un nuovo film o una serie tv visto che, in questi mesi di reclusione, abbiamo ultimato tutti i cataloghi delle piattaforme streaming. La scorsa domenica, con l'abiocco post-pranzum, ho aperto Netflix e ho deciso di cliccare play su un thriller/fantascientifico, "Il buco". Piccolo spoiler: per vedere questo film occorre essere forti di stomaco; io vi ho avvisato! Buona lettura ed eventualmente, buona visione!

Trama

"Il buco" è un film del 2019 diretto dal regista esordiente Galder Gaztelu-Urrutia. Il protagonista, Goreng, è un uomo di mezza età che ha deciso di farsi rinchiudere volontariamente in una struttura simile a un carcere futuristico. Questa struttura si sviluppa in verticale, stanza sopra stanza, tutte collegate da un gigantesco buco quadrato al centro; non si vede il fondo né la cima. Nel buco, una volta al giorno, viene calata una piattaforma di vivande dal piano più alto al più basso. Ogni piano ha qualche minuto per mangiare e bere prima che la piattaforma riprenda la discesa. Qual è il problema principale di questo meccanismo? Nei piani superiori il cibo e le bevande vengono saccheggiate e nei piani inferiori la piattaforma rimane vuota. Per questa ragione, i mal capitati che alloggiano ai piani sottostanti sono costretti a commettere atti di violenza per mangiare qualcosa. Ogni mese tutti i detenuti sono spostati da piano a un altro.

Il significato

Il film è ricco di allegorie, grazie alle quali esso ottiene un significato socio-politico. Il viaggio del protagonista da un piano a un altro non è nient'altro che la metafora della stratificazione sociale. La sua avventura inizierà in un piano centrale, dove tenterà di cambiare la situazione insostenibile del cibo. Passerà poi a un piano più basso, dove la violenza regna sovrana, per poi giungere a un piano elevato, tra i privilegiati. Questo percorso mi ricorda vagamente l'avventura dantesca, con l'unica differenza che il percorso del protagonista de "Il buco" comincia da un piano centrale, una sorta di Purgatorio, dove Dante varcherà le porte solo dopo aver attraversato l'Inferno. Il film è ricco anche di simboli: il cibo è simbolo di benessere; la bambina (ma esiste veramente questa bambina?) che compare nel corso della trama, è un simbolo di purezza.

Livelli di lettura

Credo non vi sia un solo livello di lettura per il film, ma quello più diretto ci viene suggerito dal regista. La conclusione è che l'uomo è un profittatore, che non ha rispetto nei confronti delle altre persone. I livelli più elevati hanno il potere di decidere per i livelli intermedi e quelli inferiori. Se ci pensate, il cibo può essere comunemente sostituito dal denaro e dalla supremazia che esso conferisce ai più ricchi. Il tutto, ambientato in un set lineare e semplice, con colori tenui, ambienti scarni e lisci e con inquadrature esigue. Anche i personaggi sono pochi e indossano tutti una divisa che potrebbe somigliare a un'uniforme di un operaio.

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