In occasione della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 18 al 28 ottobre, Zainet proporrà una serie di recensioni sui migliori film in concorso e fuori concorso.
La Passion de Dodin Bouffant
Nella Francia del XIX secolo, Dodin Bouffant è un rinomato gastronomo, affiancato dalla diligente e bravissima cuoca Eugénie. La loro unione, culinaria e sentimentale, aspira al grande passo quando Dodin è intenzionato a sposare Eugénie, e per chiederne la mano realizzerà una cena romantica e piena di passione...
Arte, passione e gusto del sublime
Il ritorno alla regia per Trần Anh Hùng, Leone d'oro al Festival di Venezia con Cyclo (1995), dopo 7 anni dal suo Éternité (2016), è una storia passionale ed intimistica che, neanche a dirlo, mette l'acquolina in bocca. La regia di Hùng, premiata allo scorso Festival di Cannes, gira in tondo ai personaggi con delicati piani sequenza, non staccandosi un attimo dai loro volti, ricchi di emozioni e sensazioni: la cinepresa è sempre lì, pronta a catturare le loro reazioni a gusti e sapori, a coglierne la gioia e la felicità nell'assaggiare così tanti sapori diversi. La fotografia, luminosa e tenue, fa risultare l'ambiente armonico e posato, come in un dipinto ad olio di Vermeer, quasi che la cucina e la casa di Bouffant risultino un Eden armonico e senza tempo. L'arte è ciò che si respira in questo ambiente, l'amore per un lavoro che è creazione e disegno del sublime, per un film che non tralascia l'importanza di interrogarsi sul ruolo della donna in cucina come artefice e guida. Da assaporare minuto per minuto, anche se forse la avrebbe avuto bisogno di un leggero taglio di minutaggio, la nuova pellicola di Hùng è un vero saggio estetico di cucina e relazioni, malinconico quando occorre e ricco di tacita gioia e devozione.