Gaetano Capizzi, direttore del Festival Cinemambiente in programma a Torino dal 31 maggio al 5 giugno, ci spiega perché il cinema ambientalista è in grado di cambiare il mondo.
Cos'è il Festival Cinemambiente?
"È una delle rassegne più longeve e note a livello internazionale sul tema ambientalista. La cinematografia 'green' si è affermata molto negli ultimi venti anni e a Torino trova il suo attuale approdo. Abbiamo delle proiezioni competitive con premi altrettanto importanti. Basti pensare che quest'anno abbiamo esaminato 3200 film iscritti per proiettarne solo 120".
Quali sono le sezioni del Festival?
"Quella dei documentari internazionali è particolarmente forte, affiancata dalla selezione dei film italiani. Una parte, invece, è totalmente dedicata alle scuole, con opere realizzate dagli studenti di tutto il paese. Vanteremo incontri con registi esperti da tutto il mondo, accompagnati da giornalisti e 'addetti ai lavori' che discutono dei temi affrontati nel film".
Il film d'apertura?
"Tratterà dei cambiamenti climatici, il problema più drammatico del nostro tempo. La trama affronta il ruolo dei profughi ambientali, emigrati per le condizioni climatiche insopportabili dei rispettivi paesi".
Com'è possibile, come ha detto più volte, "salvare il mondo con i film"?
"Grazie al messaggio che portano. Se è efficace e tocca le emozioni degli spettatori quel messaggio resta. Dobbiamo sensibilizzare l'opinione pubblica sui grandi e piccoli problemi ambientali. Oggi più che mai è urgente e drammatico fermare l'inquinamento che produce l'effetto serra. I film del nostro festival sono sia di denuncia che di 'risoluzione', così da dare indicazioni giuste su come comportarsi per avere uno standard di vita agiato ma con un impatto minore sul pianeta".
Quali sono le reazioni del pubblico?
"Il pubblico è cresciuto molto negli ultimi venti anni, va detto. Prima era militante, con persone già convinte delle proprie idee ambientali. Ora l'età media dei partecipanti si è abbassata e siamo arrivati anche alle famiglie. Il linguaggio dei film si è altrettanto adeguato, più fruibile e meno noioso. Questo ci fa ben sperare, significa che i giovani sono sempre più coinvolti nella battaglia per il nostro futuro".