La vera rivoluzione della settantacinquesima edizione del Mostra del cinema di Venezia è costituita non tanto dal regista o dal film premiato quanto dal fatto che Roma di Alfonso Cuarón sia stato prodotto da Netflix, conducendo così la rassegna lagunare in una dimensione nuova e in sintonia con le tendenze del Ventunesimo secolo. Il memoir del regista messicano è stato premiato da Guillermo Del Toro, vincitore lo scorso anno con The shape of water, a testimonianza della straordinaria vitalità dei cineasti centroamericani.
Il Gran premio della giuria è andato, invece, a La favorita di Yorgos Lanthimos, vincitore anche per la migliore attrice grazie alla magistrale prova di Olivia Colman, la quale si è aggiudicata pure la Coppa Volpi per la perfezione che ha saputo sfiorare in The crown.
Il Leone d’argento se lo è aggiudicato Jacques Audiard, miglior regista grazie a The Sisters brothers, un western atipico con Joaquin Phoenix e John Reilly.
La Coppa Volpi come miglior attore è andata, poi, a Willem Dafoe per l’interpretazione di Vincent Van Gogh in At eternity’s gate di Julian Schnabel.
Il premio per la miglior sceneggiatura se lo sono aggiudicato i fratelli Joel ed Ethan Coen grazie a The ballad of Buster Scruggs.
Il Premio speciale è andato a The nightingale della regista australiana Jennifer Kent.
Il Premio Mastroianni per il miglior attore è andato a Baykali Ganambarr, miglior attore emergente nel summenzionato film della Kent.
Il Premio Orizzonti, infine, è andato a Manta Ray del regista tailandese Phuttiphong Aroonpheng. La giuria era presieduta dalla regista greca Athina Rachel Tsangari.