Cinema e Teatro
La pelle che abito
Chiara Falcone | 9 ottobre 2011

Prove tecniche di thriller psicologico per Pedro Almodovar con il suo ultimo film, "La pelle che abito". Un chirurgo plastico, Antonio Banderas, la cui moglie è morta carbonizzata in seguito a un incidente stradale, sta lavorando ad un suo personalissimo progetto: creare una pelle che sia al tempo stesso liscia e resistente, alle punture di insetti come al fuoco. Per far questo, si serve di una cavia umana, una ragazza che tiene rinchiusa nella sua casa, di cui a poco a poco si scopre la terribile storia. Sin dai primissimi minuti della pellicola, il protagonista mostra la sua compulsività e cattura lo spettatore con le sue azioni enigmatiche. La follia del chirurgo è centellinata in tutto il film come le gocce di sangue che lui usa per i suoi esperimenti, racchiusa entro le mura asettiche della sua villa. La verità si svela con flashback intrecciati e personaggi che giocano sul tema dell'identità nascosta, del non detto, del non rivelato. Un Almodovar da laboratorio, che (ri)cuce i suoi topoi- pazzia, passione, identità sessuale- con la perfezione, ma anche la freddezza di un chirurgo.

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