Ruzante. Al teatro della Corte
Metti una donna con tre uomini
Moscheta, in scena da martedì 15 novembre alla Corte
Andrea Boutros, 18 anni | 7 novembre 2011
Il Ruzante ci porta in un viaggio all’interno dell’animo umano con Moscheta, produzione del Teatro Stabile di Genova, in scena da martedì 15 novembre alla Corte.
La regia di Marco Sciaccaluga avrà il compito di reinterpretare la licenziosità di una storia già di per sé scabrosa, come quella di una donna alle prese con tre uomini.
Ad una comicità tagliente ed efficace, coeva alla machiavelliana “Mandragola”, si va ad aggiungere anche l’interpretazione di Tullio Solenghi, un grande del teatro italiano di oggi. I presupposti per una serata di divertimento, quindi, ci sono tutti: difficilmente lo spettatore potrà dimenticare le psicologie di certi personaggi.
«Ruzante porta in scena la gioia disperata delle gente comune, l’ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia», queste le parole di Dario Fo, in occasione del suo spettacolo sulla vita del Ruzante, nel quale si possono riconoscere temi come l’“ipocrisia” e l’“ingiustizia”, niente affatto obsoleti fino ai giorni nostri.
Uno spettacolo consigliato anche ai ragazzi: il Ruzante, infatti, è un autore a cui, di solito, viene dedicato molto poco all’interno dei programmi scolastici. Questa diventa un’occasione per apprezzare qualche altro esempio di teatro cinquecentesco, oltre alla classicissima “Mandragola”, in una comicità che nella interpretazione diretta da Marco Sciaccaluga, dovrà andare di pari passo con quella dei giorni nostri per saper dialogare con attori noti al pubblico come Tullio Solenghi, Maurizio Lastrico, Barbara Moselli ed Enzo Paci.
La regia di Marco Sciaccaluga avrà il compito di reinterpretare la licenziosità di una storia già di per sé scabrosa, come quella di una donna alle prese con tre uomini.
Ad una comicità tagliente ed efficace, coeva alla machiavelliana “Mandragola”, si va ad aggiungere anche l’interpretazione di Tullio Solenghi, un grande del teatro italiano di oggi. I presupposti per una serata di divertimento, quindi, ci sono tutti: difficilmente lo spettatore potrà dimenticare le psicologie di certi personaggi.
«Ruzante porta in scena la gioia disperata delle gente comune, l’ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia», queste le parole di Dario Fo, in occasione del suo spettacolo sulla vita del Ruzante, nel quale si possono riconoscere temi come l’“ipocrisia” e l’“ingiustizia”, niente affatto obsoleti fino ai giorni nostri.
Uno spettacolo consigliato anche ai ragazzi: il Ruzante, infatti, è un autore a cui, di solito, viene dedicato molto poco all’interno dei programmi scolastici. Questa diventa un’occasione per apprezzare qualche altro esempio di teatro cinquecentesco, oltre alla classicissima “Mandragola”, in una comicità che nella interpretazione diretta da Marco Sciaccaluga, dovrà andare di pari passo con quella dei giorni nostri per saper dialogare con attori noti al pubblico come Tullio Solenghi, Maurizio Lastrico, Barbara Moselli ed Enzo Paci.
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