Cinema e Teatro
Roma. In scena l’attrice che passò alla storia
Tutte le facce di Eleonora
Se non l’avete mai conosciuta, è tempo di incontrarla. Lo spettacolo di Scaparro racconta Eleonora Duse in modo imprevedibile: da bambina prodigio a grande diva
Melusina, 19 anni e Francesco Mesiano, 17 anni | 7 novembre 2011
“Eleonora Duse è la più grande attrice che abbia mai visto”, disse Charlie Chaplin. Fu lei ad ispirare Anton Cechov, rendere popolare Henrik Ibsen, si servì delle teorie di Stanislavski per rivoluzionare la presenza dell’attore sulla scena e per affermarsi in una maniera unica nella memoria degli spettatori. Gabriele D’Annunzio, al quale fu legata da grande passione e da una tormentata storia d’amore, la rese la protagonista del suo romanzo “Il fuoco”.
La Duse è stata un autentico mito del teatro italiano a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, interpretando con la sua profonda sensibilità recitativa e la sua grandissima naturalezza, opere di D’Annunzio, Verga, Ibsen e Dumas.
Nata il 3 ottobre 1858 in una stanza d’albergo di Vigevano dove la madre, attrice girovaga, sostò per partorire, muore a Pittsburgh sempre in una camera d’albergo. L’ultima notte a Pittsburgh di scena al teatro Piccolo Eliseo dall’8 novembre è raccontata da Maurizio Scaparro partendo dal testo di Ghigo de Chiara ed affidando il ricordo alla sensibilità di Anna Maria Guarnieri, bravissima nel mostrare la Duse attraverso un alternarsi di ricordi e di sogni, con l’eco dei testi e degli spettacoli a lei più cari, ma soprattutto con il conforto di parole scritte durante tutta la sua vita alle persone amate.
In scena circondata da pochi elementi, un baule da cui escono abiti e costumi, uno scrittoio e un letto, la Duse viene ritratta in tutte le sue facce: fanciulla, primadonna, amante appassionata, donna d’affari, diva rovinata dalla guerra e costretta alla tournée americana. I primi amori, il cielo di Napoli, Asolo, gli incontri con Gabriele D’Annunzio e Arrigo Boito, le lettere sparse negli anni e nei viaggi, il grande affetto per la figlia Enrichetta, e poi l’amore per l’Italia e per la sua lingua, le vittorie, la solitudine, le delusioni, le rivincite, la Parigi di Sarah Bernhardt e via via i palazzi di Pietroburgo, l’amore per Beethoven, la “crudeltà” di New York, il sole di San Francisco, la pioggia e le ciminiere di Pittsburgh, ma sempre la volontà, malgrado tutto, di viaggiare, di conoscere e di sperimentare il nuovo, per poi tornare ogni volta al suo vero amore: il teatro. Lo spettacolo, che ha debuttato al Festival di Spoleto, coinvolge, trascina e ci trasporta nel mondo privato di una donna forte e anticipatrice dei tempi.
“Tra i tanti documenti, le testimonianze, le lettere autografe, il materiale fotografico, i costumi, i quadri, i libri che ho potuto vedere e conoscere grazie al patrimonio unico della Fondazione Cini e alla sua curatrice Maria Ida Biggi, ho scoperto per caso la foto di una bellissima Marilyn Monroe, sorridente e sdraiata su un letto tra lenzuola candide. E alle sue spalle, in una parete volutamente disadorna, si vede solo un’altra foto, teneramente incorniciata, quella di Eleonora Duse, come qualcosa di sacro, da non dimenticare mai, quasi per una necessità di protezione, di forza e di speranza. Mi ha emozionato (non sorpreso) vedere come quella star cinematografica, che certamente appare tra gli esempi più resistenti nel tempo e vistosi di glamour e di successo mondiale, si sia scelta come icona amata quella creatura apparentemente fragile, quegli occhi vivissimi, quel volto dal sorriso malinconico. Eleonora Duse, figlia d’arte”.
(Maurizio Scaparro, dal catalogo della Mostra “Il viaggio intorno al Mondo di Eleonora Duse”).

Eleonora. Ultima notte a Pittsburgh
di Ghigo de Chiara
regia Maurizio Scaparro
con Anna Maria Guarnieri
musiche a cura di Simonpietro Cussino
scene Barbara Petrecca
costumi a cura della Sartoria Farani
luci Gino Potini
Al Piccolo Eliseo Patroni Griffi
dall’ 8 al 20 novembre
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