In tournée. Peter Pan, il musical
L’eterno successo dell’eterno bambino
Lorenzo Canazza, 17 anni | 2 dicembre 2011
È in giro per l’Italia e i ragazzi di Zai.net e Radiojeans non hanno perso l’occasione di assistere a questo spettacolo tratto dal celebre testo di James Matthew Barrie. Peter Pan il musical vede in scena una compagnia di venticinque artisti, diretti da Maurizio Colombi, che si muovono sulle trascinanti musiche dello storico concept-album Sono Solo Canzonette di Edoardo Bennato, arrangiato in versione musical dallo stesso autore.
La commedia musicale presenta una versione molto classica della favola dell’autore scozzese; in questo modo la rappresentazione riesce a cogliere l’attenzione anche dei più grandi, messi di fronte a tematiche quali l’importanza della fantasia e il rispetto dell’età infantile. E poi, perché non dovrebbe essere piacevole anche per gli adulti calarsi in un’atmosfera giocosa e fiabesca?
L’interpretazione è sopra le righe, ma questo rende l’opera ancora più colorata e immersa in una dimensione veramente simile a quella del cartone animato della Walt Disney. Infatti il palco risulta “riempito” dai personaggi, che si muovono continuamente e mettono lo spettatore nella condizione di scoprire sempre particolari nuovi e spesso buffi.
Un abile gioco di luci sopperisce alla semplicità della scenografia, comunque molto curata e colorata. Soluzioni tecnologiche moderne (come l’uso del laser per il personaggio di Trilly ed il volo sospeso in scena) convivono con trovate dal sapore fumettistico (il coccodrillo che scorrazza per la sala).
Tra duelli, avventure e scontri con i pirati di Capitan Uncino si consuma la favola di Peter Pan, con il suo eterno invito alla giovinezza e alla spensieratezza tipica dell’infanzia. Il ragazzino che non vuole crescere insieme alla sua compagnia di amici e nemici ci esorta ad emozionarci senza vergogna, vivere spensieratamente ogni tanto come dei bambini. In questo Barrie, nella sua originale opera, riprende il pensiero del poeta inglese William Wordsworth, secondo il quale l’età infantile è da reputarsi la più felice perché la mente umana non è ancora contaminata e resa impura dall’esperienza. Ovviamente molto coinvolti e divertiti i bambini all’uscita dalla sala, che, proprio come i protagonisti dello spettacolo, per fortuna credono ancora alle favole e alle fate. Seconda stella a destra, questo è il cammino…
La commedia musicale presenta una versione molto classica della favola dell’autore scozzese; in questo modo la rappresentazione riesce a cogliere l’attenzione anche dei più grandi, messi di fronte a tematiche quali l’importanza della fantasia e il rispetto dell’età infantile. E poi, perché non dovrebbe essere piacevole anche per gli adulti calarsi in un’atmosfera giocosa e fiabesca?
L’interpretazione è sopra le righe, ma questo rende l’opera ancora più colorata e immersa in una dimensione veramente simile a quella del cartone animato della Walt Disney. Infatti il palco risulta “riempito” dai personaggi, che si muovono continuamente e mettono lo spettatore nella condizione di scoprire sempre particolari nuovi e spesso buffi.
Un abile gioco di luci sopperisce alla semplicità della scenografia, comunque molto curata e colorata. Soluzioni tecnologiche moderne (come l’uso del laser per il personaggio di Trilly ed il volo sospeso in scena) convivono con trovate dal sapore fumettistico (il coccodrillo che scorrazza per la sala).
Tra duelli, avventure e scontri con i pirati di Capitan Uncino si consuma la favola di Peter Pan, con il suo eterno invito alla giovinezza e alla spensieratezza tipica dell’infanzia. Il ragazzino che non vuole crescere insieme alla sua compagnia di amici e nemici ci esorta ad emozionarci senza vergogna, vivere spensieratamente ogni tanto come dei bambini. In questo Barrie, nella sua originale opera, riprende il pensiero del poeta inglese William Wordsworth, secondo il quale l’età infantile è da reputarsi la più felice perché la mente umana non è ancora contaminata e resa impura dall’esperienza. Ovviamente molto coinvolti e divertiti i bambini all’uscita dalla sala, che, proprio come i protagonisti dello spettacolo, per fortuna credono ancora alle favole e alle fate. Seconda stella a destra, questo è il cammino…
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