Circo Equestre Squeglia al Teatro Argentina
Se il clown non sorride
Circo Equestre Squeglia al Teatro Argentina
Elena Khoury | 15 aprile 2014
Restare immobili di fronte ad una società che finge la tua inesistenza, accennare un sorriso per non apparire deboli, auto-convincersi che tutto possa un giorno migliorare e non perdere la speranza. Diventare ciechi di fronte all’evidenza per poi accettarla e andare avanti ancora più forti di prima. E in tutto questo trovare il momento per una risata, unico modo per sfuggire alla monotonia della vita.
Questa è la società in cui vivono Donna Zenobia e il clown Samuele, protagonisti di Circo Equestre Squeglia, lo spettacolo di Raffaele Viviani diretto da Alfredo Arias. Zenobia e Samuele, distrutti dal tradimento dei loro partner, fingono indifferenza perché di fronte alla difficoltà di non arrivare a fine giornata scelgono di pensare al lavoro.
Lo spettacolo è ambientato in una Napoli ancora distrutta dalla guerra, dove una piccola compagnia decide di dare vita ad un circo equestre. Loro, un gruppo di scapestrati, girano alla ricerca di soldi, di un misero pezzo di pane, impressionando un pubblico sempre nuovo con capriole, salti mortali, acrobazie, le stesse che si trovano ad affrontare una volta spentasi la magia dello spettacolo. Il fruscio dei lustrini e il luccichio delle paillettes nascondono la vita misera di questi uomini. Tutto ciò che fa scattare la risata si rivela essere dura e destabilizzante realtà. Interessante l’utilizzo del dialetto napoletano, segno di un’appartenenza comune che coinvolge uomini di ogni ceto sociale. Divertente e spontaneo, lo spettacolo porta a riflettere su quanto in realtà ognuno di noi sia vicino all’altro. Racconta di uomini e donne, costretti ai salti mortali per ottenere sempre e solo lo stretto necessario, prendono coscienza di loro stessi e abbracciano l'idea che l'unico modo per sopravvivere è aiutarsi, per fare di due individui una forza.
Questa è la società in cui vivono Donna Zenobia e il clown Samuele, protagonisti di Circo Equestre Squeglia, lo spettacolo di Raffaele Viviani diretto da Alfredo Arias. Zenobia e Samuele, distrutti dal tradimento dei loro partner, fingono indifferenza perché di fronte alla difficoltà di non arrivare a fine giornata scelgono di pensare al lavoro.
Lo spettacolo è ambientato in una Napoli ancora distrutta dalla guerra, dove una piccola compagnia decide di dare vita ad un circo equestre. Loro, un gruppo di scapestrati, girano alla ricerca di soldi, di un misero pezzo di pane, impressionando un pubblico sempre nuovo con capriole, salti mortali, acrobazie, le stesse che si trovano ad affrontare una volta spentasi la magia dello spettacolo. Il fruscio dei lustrini e il luccichio delle paillettes nascondono la vita misera di questi uomini. Tutto ciò che fa scattare la risata si rivela essere dura e destabilizzante realtà. Interessante l’utilizzo del dialetto napoletano, segno di un’appartenenza comune che coinvolge uomini di ogni ceto sociale. Divertente e spontaneo, lo spettacolo porta a riflettere su quanto in realtà ognuno di noi sia vicino all’altro. Racconta di uomini e donne, costretti ai salti mortali per ottenere sempre e solo lo stretto necessario, prendono coscienza di loro stessi e abbracciano l'idea che l'unico modo per sopravvivere è aiutarsi, per fare di due individui una forza.
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