Cinema e Teatro
Una chiacchierata con Enrica Guidi: sogni e consigli, ma non solo
Chiara Colasanti | 17 maggio 2015

Chi è Enrica e quando hai capito che saresti diventata attrice, se c'è stato un momento particolare in cui lo hai capito?

Chi è Enrica lo scopriamo parlando! Io parto con la danza, fin da bambina ho studiato danza; ho fatto il liceo linguistico e poi mi trasferisco dalla provincia di Livorno a Firenze e mi iscrivo all'università di scienze motorie. Inizialmente avevo avuto l'idea di fare il DAMS, poi però la mia parte razionale ha vinto: io sono nettamente divisa “fifty/fifty” tra razionalità e istinto, infatti spesso le due parti cozzano e non è proprio facile farle convivere!
Alla fine, andando avanti con gli studi mi sono resa conto che non era quello che volevo fare: lo sport mi piaceva per star bene con me stessa, per star fisicamente bene io, ma mi rendevo conto che mi sentivo legata, senza possibilità di esprimermi come desideravo. I miei mi hanno mantenuto tutto il periodo dell'università, quindi ho preso la mia benedetta laurea a dicembre e subito, a gennaio, ho iniziato a studiare recitazione. Da ragazzina ero molto timida: probabilmente ho avuto bisogno di un po' di tempo per poter maturare questo desiderio che, in qualche modo, c'era da quando ero più piccola. Volevo liberare una parte di me istintiva, creativa, ma dovevo capire dove canalizzarla; mi sono trasferita a Roma perché ero già un po' più grandina e sentivo di star perdendo tempo, quindi mi sono trasferita dove si trovava il “fulcro di tutto”. Per un periodo, mentre studiavo recitazione, insegnavo educazione fisica e nuoto in una scuola privata, per mantenermi e là ho avuto la certezza totale che non fosse decisamente fatto per me. Là ho deciso di voler fare qualcosa che mi appagasse davvero e ho preso esclusivamente la strada della recitazione. Le prime esperienze sono legate al mondo del teatro tramite le scuole che ho frequentato, invece la prima esperienza più sostanziosa è “I Delitti del Bar Lume”, film tv per Sky per il quale avevo trovato un annuncio “Cercasi attrice toscana, atletica” e quindi mi sono detta “usiamo la laurea in scienze motorie!”.
La voglia di esprimermi, la voglia di creatività, la voglia di vivere più situazioni è maturata all'interno di me e ha aspettato il momento adatto per “venir fuori”.

Cosa ti sentiresti di consigliare a qualche teenager che sta cercando di capire che strada prendere verso il suo futuro ed è attirato dalla recitazione?
Io sono dell'idea che ognuno debba cercare di fare quello che maggiormente gli piace fare! Ho scelto dicendomi che non era possibile che mi svegliassi tutte le mattine senza essere felice della vita che facevo o fare quello che gli altri vorrebbero! La vita è la tua: si vive una volta sola, viviamola con entusiasmo, con serenità! Se un teenager avesse il “barlume” (per rimanere in tema, ndr.) di voler fare l'attore o l'attrice, ci provasse, studiando, ovviamente! Studiando si acquista sicurezza e anche se si compiono piccoli passi, una volta che si ha il giusto background, quei passi sono saldi e non ci sono passi indietro! Mai dare niente per scontato, come in qualsiasi ambito! Un altro consiglio è quello di azzardare e divertirsi in quello che si fa!

Il regista da cui sogni di essere diretta, se ce n'è uno?
Ce ne sono diversi! Dire i grandi nomi è facile e un po' scontato... Bellocchio, Sorrentino, Benigni (tornasse alla regia Benigni, se sapessi dove abita, sarei sotto casa sua a citofonargli!), potrei dirtene altri! Mi piacerebbe lavorare con registi che sappiano prendersi la responsabilità delle proprie scelte, che sappiano osare, che sappiano rischiare. A me piace tanto sfidarmi e non sopporto chi “fa il compitino”, cade nei cliché per essere politicamente corretto o per seguire regole accademiche che non portano da nessuna parte. Mi piace chi sa osare, mi auguro di lavorare con registi che sappiano osare!  

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