Nonostante l’esclusione da parte del Ministero dei Beni e delle attività culturali dalla categoria dei “teatri di interesse nazionale”, il Teatro Stabile di Genova resta uno dei più importanti e significativi all’interno del panorama italiano. A confermarlo è, anche quest’anno, l’originale ventaglio di spettacoli in cartellone, scelti con particolare oculatezza. A parlarcene è Angelo Pastore, nuovo direttore del teatro Stabile, che ha accolto con entusiasmo e impegno questa nuova avventura: «La notizia della nomina mi è arrivata la vigilia di Natale: l’ho vissuta con grande felicità e al tempo stesso responsabilità. Nonostante la recente esclusione, per la quale abbiamo presentato ricorso, il nostro teatro ha a tutti gli effetti un profilo nazionale, e come tale non ha modificato gli spettacoli in cartellone».Ricco e diversificato, con ben otto produzioni proprie, che vanno dal teatro classico alla drammaturgia contemporanea. «Spero che quest’anno prevalga un po’ di curiosità per il Minetti di Thomas Bernhard che inaugurerà la stagione, o per il Demoni di Norèn, o Intrigo e amore di Schiller, o ancora, per chi vuole passare una serata tranquilla e serena, per il George Dandin di Molière.
C’è molta drammaturgia poco conosciuta, ma con la garanzia della performance di ottimi professionisti in tutti gli spettacoli». Una ricetta dalle indubbie potenzialità, ma farà colpo anche su chi spesso va a teatro solo perché “costretto” (leggi studenti) dalle scuole? Secondo Pastore, incentivazioni come l’abbonamento giovani, l’abbonamento universitari e le prenotazioni online dovrrebbero facilitare l’accesso dei ragazzi al teatro. Oltre a questo, la modernità dei temi trattati, che esula dall’età anagrafica degli spettacoli in cartellone. Il direttore cita Orson Welles: «Il teatro resiste come un divino anacronismo. La sua forza è proprio questa». Importante è anche il ruolo del teatro Stabile all’interno della città: il teatro deve essere anche un luogo dei cittadini. In questo senso, lo Stabile ha avviato una collaborazione con altre realtà culturali genovesi, in particolare il teatro Carlo Felice e il Palazzo Ducale. Il risultato è un miniabbonamento per assistere a due spettacoli dello Stabile e due del Carlo Felice.
«Si sta inoltre cercando di organizzare delle carte weekend che uniscano le mostre del Ducale con uno spettacolo del Carlo Felice o dello Stabile. L’importante è interfacciarsi - dice Pastore - questo tipo di collaborazione è in atto e bisogna fare uno sforzo ulteriore per il coordinamento e per fare proposte comuni». Non solo Genova: lo Stabile guarda lontano e lo fa lanciando un occhio alle produzioni europee.
«Durante questo mandato ho un doppio obiettivo: da una parte voglio un teatro sempre più aperto alla città e alla regione, in modo che possa radicarsi sempre più in quello che è il suo territorio. L’altro è l’orizzonte europeo: sono stati realizzati due protocolli d’intesa con il teatro di Nizza e il teatro di Caen in Normandia, che oltre a prevedere coproduzioni spero portino col tempo ad una circuitazione europea». Per il momento, la stagione offre ben 28 spettacoli, di cui 20 ospitalità che spaziano da Shakespeare a Pasolini, con attori come Alessio Boni, Glauco Mauri e Valerio Binasco. E proprio a Glauco Mari il direttore “ruba” una battuta come slogan della nuova stagione: “Il teatro è la palestra del cervello”. Non resta che allenarci!