Un bellissimo film ha segnato l'inagurazione della sedicesima edizione del Sottodiciotto Film Festival per le scuole, che precede di qualche giorno l'inizio ufficiale della rassegna.
L'evento si è aperto con la proiezione del film d'animazione ''Iqbal –bambini senza paura'' dedicata ai ragazzi di alcune scuole elementari del torinese. La pellicola racconta di una drammatica storia: quella di Iqbal, un bambino di un'imprecisata zona nel ''terzo mondo'' che, per aiutare suo fratello malato di polmonite, viene venduto come operaio tessile.
La storia di Iqbal è piena di disavventure: i vari tentativi di fuga vengono interrotti, ma alla fine riesce a scappare dalla fabbrica in cui è imprigionato, grazie all'aiuto di alcuni manifestanti contro lo sfruttamento dei bambini.
In seguito, grazie al suo coraggio, viene invitato a testimoniare la spiacevole esperienza di fronte a giornalisti e politici. A questi Iqbal tiene un commovente discorso finale in cui li incolpa per la loro assenza di protezione. Per realizzare il film sono state realizzate marionette 3D e fondali disegnati: un lavoro molto lungo, se si considera che per un secondo di film ci sono 24 diseg, ben 130mila immagini.
Un pubblico molto giovane ha risposto con entusiasmo alla proiezione del film, sopratutto quando si sono sentiti dire: ''questo film è dedicato a tutti quei bambini che alla vostra età lavorano già da alcuni anni, come, per esempio, i bambini pakistani''.
Come spiega Luciana D'amico, volontaria dell'UNICEF: ''La scelta del giorno per la proiezione di questo film non è casuale. Proprio il 20 novembre è stata approvata la Convenzione sui diritti dei bambini e degli adolescenti, perfettamente in tema con il film. Noi di UNICEF ci occupiamo da anni di liberare i ragazzi da questo fardello, ma ancora oggi, in alcuni posti del mondo, il lavoro minorile è una tradizione difficile da sradicare''.
Il film è ispirato al libro di Francesco D'Adamo "La storia di Iqbal" che, come spiega il regista Michel Fuzellier, "è molto più complicato. Ci sono delle implicazioni etiche e politiche che non sono adatte a bimbi troppo piccoli, quindi nel film ho sentito il bisogno di rimaneggiare la storia in maniera tale che ci fosse una distinzione netta tra male e bene. Nella storia vera, per esempio, Iqbal ritorna in patria – dopo aver fatto alcune conferenze fuori dal suo Paese – e viene ucciso dalla mafia dei tappeti''. Comunque sia andata la vera storia di Iqbal, a noi piace ricordarlo – per dirla con Fuzellier – per le cose fantastiche fatte in vita.