Come ogni anno, a partire dalla II edizione, è il Cinema Massimo ad ospitare l'evento di apertura del festival. Infatti, per l'occasione, una delle sale superiori del cinematografo di via Verdi ha proiettato il film documentario di Gianni Amelio: Registro di Classe Libro Primo 1900 - 1960.
Registro di classe è la prima parte di un viaggio che documenta la vita dei ragazzi nella scuola dell'obbligo, dal '900 ad oggi. Le immagini sono per lo più materiale d'archivio ed interviste provenienti dall' Archivio Storico Luce, in collaborazione con Rai Teche, MIUR e altre associazioni tra cui INDIRE.
E' proprio il presidente di INDIRE, Giovanni Biondi, a descrivere la quintessenza del film in questione, con un' unica frase:''la scuola è ancora troppo uguale a quella dei nostri figli, ma la società è troppo diversa''. Nel lungometraggio la scuola italiana non sembra essere cambiata granché, nonostante la descrizione di piccole parabole ''rivoluzionarie'' (nel male e nel bene), come insegnare ad usare le maschere antigas durante la scuola fascista, l'alfabetizzazione degli italiani attraverso la scuola serale o il modello ''Don Milani''.
Il film in questione è, forse incidentalmente, la prova dell'inerzialità scolastica; una scuola che non si innova, ma che preferisce riprodursi continuamente senza mai mettersi in discussione.
Margherita Oggero, scrittrice e insegnante intervenuta durante la conferenza che ha preceduto la proiezione, ha spiegato come l'Italia sia agli ultimi posti nella comprensione di un testo. Secondo lei, la scuola ''dovrebbe insegnare a leggere i film, come insegna a fare di conto o a leggere le poesie'', piuttosto che favorire la visione di un cinema in chiave eclusivamente ''moralistica o educativa''. Questo eviterebbe alla scuola, forse, un'ulteriore denuncia da parte del mondo del cinema, che non ha mai descritto la scuola come un'alleata, ma piuttosto come una fucina del conformismo.