Tanti ragazzi in sala e il cast al completo questa mattina per la conferenza stampa di presentazione di Un bacio all’Auditorium di Roma. L’evento chiude il tour che ha portato il film in giro per l’Italia da Udine, città in cui è stato girato, a Bari.
Il film è bello, duro, diretto e vero: rappresenta il nostro mondo senza pretendere di vederlo da fuori, con occhi che per forza di cose distorcono la realtà perché non sono i nostri. A vivere, con tutte le nostre contraddizioni e paure siamo noi, attraverso i tre protagonisti Blu, Antonio e Lorenzo.
Tre personaggi magistralmente delineati da Ivan Cotroneo, regista e autore del libro omonimo da cui è tratto il film, figli di questo tempo in cui la rappresentazione si fa realtà con molta più forza della percezione di sé. Tre adolescenti che subiscono, in tre modi diversi, un’emarginazione dai propri coetanei. Etichettati come diversi. Blu, Lorenzo e Antonio: la troia, il frocio e il minorato, come li chiamano a scuola. Perché non ci sono mezze misure nelle parole quando il bullismo è in azione. E Cotroneo, intelligentemente, non ce le risparmia, come tutto il film non fa sconti a nessuno. Non agli insegnanti, che forse per pigrizia reiterano da generazioni un modello educativo anchilosato e standardizzato, per nulla aperto alla personalità del singolo. Non fa sconti ai genitori, nemmeno a quelli che, pur comprensivi e attenti, non riescono a penetrare fino in fondo il mondo mentale dei propri figli adolescenti. Non fa sconti ai bulli ovviamente, al gruppo pronto a giudicare i tre sfigati con scritte sui muri della scuola o con un gruppo Facebook, dove la viralità è il pericoloso detonatore che mina l’equilibrio psicofisico delle vittime. E se Lorenzo mostra di avere gli strumenti per affrontare il branco - “Quando tutti dicono o pensano una cosa nove volte su dieci è una stronzata “ - dice nel film, non è lo stesso per Blu e Antonio, intrappolati dalla paura di non essere come gli altri, o di ciò che pensano gli altri. L’amicizia è la terapia con cui riescono a liberarsi e che potenzialmente può salvarli. Ma non esistono solo Lorenzo, Antonio e Blu: c’è una società che li circonda e che li influenza. Dice Cotroneo: “Le paure vengono da lontano, dalla società in cui viviamo: se il mondo adulto è il primo a giudicare la diversità come qualcosa di sbagliato, come fanno i giovani a non aver paura di essere diversi?”. E forse proprio la paura di mostrarsi diversi dal gruppo ha spinto molti dei ragazzi presenti in sala a commentare con un fragoroso “nooo” il bacio fra Lorenzo e Antonio, forse una delle scene chiave in cui arriva dritta al cuore tutta la fragilità di una personalità in formazione che subisce i condizionamenti degli stereotipi. E mentre tutto questo viene comunicato in una scena di qualche minuto, la sala rumoreggia tra risate e battute: forse non basta un bacio per capire. Noi con Un bacio abbiamo capito l’importanza di essere liberi, ma anche che finché non lo capiscono i genitori, gli insegnanti, i politici e la società tutta, la paura continuerà a vincere.