Coronavirus, ormai imperatore di tutti i notiziari, continua la sua corsa apparentemente inarrestabile e con oltre 10 mila contagiati in continua crescita in Italia, migliaia di studenti si sono ritrovati costretti a casa da scuola da quasi un mese.
Inutile dire che la vita quotidiana di ognuno di noi ha preso una drastica svolta con l’arrivo del COVID-19 nel nostro Paese e questa continua lotta per cercare di contenere il contagio ha portato alla chiusura di tutte le scuole a tempo indeterminato, forgiando l’urgenza di trovare soluzioni temporanee per poter garantire almeno in parte il nostro diritto all’istruzione. È proprio così che, come previsto dal Dpcm del 4 Marzo scorso, si è arrivati a sperimentare la didattica a distanza.
Ma cosa si intende esattamente per didattica a distanza?
Per didattica a distanza (o più precisamente, E-Learning) si intende una forma di apprendimento mediata da strumenti tecnologici che consentono una comunicazione non dal vivo ma che presentano tutti gli elementi per far sì che studenti e docenti interagiscano. Questa metodologia si distingue da altri processi di formazione a distanza perché è basato su una piattaforma tecnologica, cioè su un sistema informatico che gestisce la distribuzione e la fruizione dei contenuti formativi.
Ogni dirigente scolastico, quindi, ha attivato la sua modalità di didattica a distanza accedendo su una piattaforma a titolo totalmente gratuito, ovvero Google Suite for Education o Office 365 Education A1, mettendo anche a disposizione dei professori vari corsi formativi sull’utilizzo delle stesse.
Il nostro polo scolastico “I.S.I.S.S. Tonino Guerra” si è avvalso della precedente attivazione di G Suite for Education e, nonostante i vari dubbi iniziali, da martedì 10 Marzo ha raggiunto la sua massima copertura arrivando a tutti gli utenti dell’Istituto.
Con questa piattaforma si hanno a disposizione numerose impostazioni e applicazioni Google che si sono rivelate estremamente vantaggiose: ogni docente o studente è facilmente reperibile poiché basta sapere nome e cognome per poterli contattare, “sono stati creati in questi giorni email di classe per contattare gli studenti di una classe con un unico indirizzo, grazie all'applicazione di videoconferenza si possono fare videolezioni e c'è un applicativo apposito per la gestione delle classi dove poter condividere materiale e caricare compiti”, come ci conferma uno degli amministratori del servizio, nonché attuale professore di matematica e complementi di matematica.
Al giorno d’oggi ogni classe si organizza con i propri professori per decidere autonomamente come pianificare le videolezioni e il materiale da revisionare ed è stato chiaro sin dal principio che le parole chiavi di questa esperienza sono comunicazione e collaborazione: è estremamente indispensabile mantenere aperto un canale comunicativo tra docenti, compagni di classe e tra docenti e studenti in modo da poter collaborare a creare un’esperienza positiva per entrambe le sponde, evitando così fastidiosi contrattempi come le contrapposizioni di diverse attività.
Mai da dimenticare, però, dev’essere il buon senso che a quanto pare non può essere sempre dato per scontato: in numerosi casi, con minime se non nulle differenze tra Nord e Sud Italia, lo strumento della didattica a distanza sta diventando un boomerang per come gestito. Da un eccessivo sovraccarico di compiti al continuo susseguirsi di videoconferenze, molti studenti e le loro famiglie hanno accusato un duro colpo con la presentazione dell’enorme quantità di lavoro assegnato.
Frasi come “a questo punto era meglio andare a scuola” sono tristemente più frequenti di quanto si possa pensare e tutto ciò sta solamente a testimoniare lo stress e malumore generale che si è diffuso ed è veramente un peccato perché, se usato bene, questo può essere uno strumento che la scuola ha per “offrire il proprio contributo nel momento di necessità e incertezza che tutti stiamo vivendo”. Per alcuni ragazzi può rappresentare “un metodo per rivedere i propri amici e combattere la solitudine” mentre per insegnanti come Antonella, professoressa di storia e lingua e letteratura italiana, l’intento è quello di “rimanere vicini ai ragazzi, di sostenerli, non lasciarli soli, condividere con loro il momento difficile, confrontarsi con l’attualità, magari riflettendo alla luce della letteratura o delle materie di indirizzo, per ragionare insieme”, e quindi per sperimentare “nuovi modi di apprendere e sviluppare spirito critico”.
Per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana ci ritroviamo nel bel mezzo di un’emergenza epidemiologica importante e ciò che ci rimane da fare è rimanere uniti per combattere anche questo invasore.