Subire un reato ed essere licenziati? È questa la storia di una maestra della scuola dell’infanzia torinese vittima di revenge porn da parte dell’ex compagno e costretta ad abbandonare il proprio lavoro dopo l’illecita pubblicazione di sue foto private. In seguito alla rottura con il fidanzato, la maestra è stata diffamata e beffeggiata per video e foto privati che sono stati divulgati dall’ex su un gruppo di calcetto. Le immagini si sono diffuse su Whatsapp con una velocità direttamente proporzionale all’ignoranza e alla delicatezza delle persone che li hanno condivisi. In poco tempo tramite genitori che hanno riconosciuto la donna come la maestra della scuola dell’infanzia dei propri figli la voce è arrivata alla dirigente scolastica che ha deciso di licenziare la donna. “Questi sono i rischi di avere una vita sessuale sregolata, se non ha calcolato bene i rischi la colpa è sua” e ancora “Errori del genere non sono ammessi e devono essere puniti” si legge sui social, a sostegno della preside che ha deciso per il licenziamento. I commenti che abitano le chat dei post sui social parlano chiaro, la donna è colpevole. Ma colpevole di cosa? Forse di essersi fidata troppo? O forse di avere una vita privata? Se questi sono i capi di accusa, allora siamo tutti colpevoli.
Quello che le donne non meritano: Vittima di reato? E io ti licenzio
Redazione | 11 dicembre 2020
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