Centinaia di milioni di persone subiscono discriminazioni di genere nel mondo di lavoro. Questo preoccupante fenomeno non solo viola i diritti fondamentali del lavoro ma ha anche conseguenze rilevanti dal punto di vista economico e sociale. Le discriminazioni soffocano le opportunità, sprecano il talento umano necessario per il progresso economico e accentuano le tensioni sociali e le disuguaglianze. Nonostante i numerosi progressi avvenuti negli ultimi anni, le discriminazioni contro le donne e il divario di genere nel mondo del lavoro continuano a sussistere.
La parità di genere come obiettivo dell'Agenda 2030 dell'Onu
La mancata parità di genere nei luoghi di lavoro esiste fin dai tempi remoti ma con i numerosi progressi avvenuti nella nostra società è inaccettabile oggi che si continui a reprimere e nascondere questo fenomeno. Una delle moltissime cause per cui questo fenomeno viene represso è il silenzio. Il silenzio da parte delle donne che subiscono violenze nel luogo di lavoro senza poterle denunciare per la paura di rimanere in mezzo ad una strada. Sono state dunque create piattaforme per le denunce anonime di chi viola il codice delle pari opportunità; trasparenza da parte delle aziende nell’indicare quali ruoli sono occupati dalle donne e uno scatto nella cultura aziendale per far si che le nuove organizzazioni non finiscano per far ricadere il peso della vita familiare tutto sulle donne. La parità di genere è un elemento fondamentale per combattere le discriminazioni nel mondo del lavoro ed oggi non può più mancare. È strettamente legata alla giustizia sociale e rappresenta uno degli obiettivi cardine dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
La politica dell’OIL
L’Italia sarà il primo Pese europeo a ratificare la Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro. Secondo le recenti stime dell’OIL, le donne sono ancora lontane dal raggiungimento dell’uguaglianza di genere nel lavoro e in molte parti del mondo sono intrappolate in lavori poco qualificati e retribuite in maniera inferiore rispetto agli uomini. La politica dell’OIL sull’uguaglianza di genere e di integrazione sostiene un duplice approccio: analizzare e affrontare le specifiche esigenze di donne e uomini e promuovere interventi mirati per consentire loro di partecipare in egual misura al mercato del lavoro.
I dati delle molestie sul posto di lavoro
Per far aprire gli occhi alla nostra società bisogna parlare concretamente di questo fenomeno e un modo fondamentale per farlo è attraverso i dati e le statistiche. Un milione e 404 mila donne nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o riscatti sessuali sul posto di lavoro. La percentuale di coloro che hanno subito molestie o ricatti sessuali sul lavoro negli ultimi tre anni è maggiore della media del 2,7 %, tra le donne da 25 a 34 anni e fra le donne da 35 a 44 anni. Le donne esclusivamente vittime di ricatti sessuali sono un milione e 173 mila. Questo fenomeno risulta più frequente al centro Italia. Il 32,4% dei ricatti sessuali viene ripetuto quotidianamente mentre il 17,4% si verifica una volta alla settimana , il 29,4% qualche volta al mese. Negli ultimi tre anni la quota di donne che hanno subito riscatti sessuali quotidianamente è aumentata dal 24,8% al 33,6%.
Un fenomeno in crescita
Attraverso questi dati il divario di genere e le discriminazioni nel mondo del lavoro sono ancora più evidenti. Nel contesto progressivo in cui ci troviamo questo fenomeno continua a crescere soprattutto negli ultimi anni con l’arrivo della pandemia. D’altra parte durante la pandemia le donne hanno sofferto maggiormente di questo fenomeno spesso perdendo il lavoro. Bisogna sensibilizzare di più su questo argomento: dobbiamo renderci conto della società in cui ci troviamo e protestare contro questo fenomeno sostenendo la libertà, l’equità, la dignità umana e la sicurezza nel mondo del lavoro.