Una ragazza di Collepasso, in provincia di Lecce, è andata al supermercato per acquistare un pacco di assorbenti. Arrivata di fronte allo scaffale dove erano posti gli assorbenti, ha trovato un cartello con su scritto: “Informiamo la gentile clientela che, nel rispetto delle recenti disposizioni relative all’emergenza Covid-19, non è possibile acquistare i prodotti presenti in quest’area”.
La ragazza, indubbiamente scioccata, si è sfogata su facebook con un post: “Siamo arrivati all'assurdo”, scrive, “non solo sono considerati 'beni di lusso', non solo paghiamo il 22% di Iva, ma adesso devo anche privarmi di un qualcosa di cui io e miliardi di donne abbiamo bisogno ogni mese. Che facciamo, per questa zona rossa non facciamo venire le mestruazioni? Sono senza parole”.
Questa notizia ha rapidamente fatto il giro del web, e dopo poco tempo è stata portata in primo piano su diverse testate giornalistiche. In Puglia, dal 27 marzo al 6 aprile è stata firmata dal presidente della Regione, Michele Emiliano, un’ordinanza che prevede che tutte le attività commerciali in zona rossa devono chiudere alle 18, fatta eccezione per i negozi di generi alimentari, carburante e combustibili per uso domestico. Per questo motivo sullo scaffale degli assorbenti si trovava quel cartello. Dopo lo scandalo, la Regione ha subito modificato l’ordinanza, la quale dice che: “Agli esercizi di vendita di generi alimentari che non sono tenuti all’obbligo di chiusura alle 18 è consentita la vendita di assorbenti, data la loro specifica funzione, entro l’orario della chiusura ordinaria”.