In Italia oltre 7 milioni di donne non lavorano. Riguardo il problema dell’occupazione femminile, possiamo renderci conto della reale situazione prendendo come punto di riferimento un’indagine condotta dalla Randstad Research Italia, un centro di ricerca nato nel 2019 appartenente all’omonima azienda olandese. La multinazionale oltre ad occuparsi di ricerca fornisce un servizio di orientamento al lavoro, consigli su come trovare un’occupazione e la possibilità di entrare nel loro team, oltre ad offerte lavorative esterne all’azienda. I risultati riportati ci spiegano che la percentuale di donne senza occupazione nel nostro paese di età compresa tra i 30 e 69 anni equivale al 43%, mentre nell’Unione Europea la totalità delle donne non lavoratrici corrisponde al 32%.
Maternità e disparità regionale
La maternità è uno dei motivi per cui le donne più giovani spesso si assentano dal lavoro per periodi superiori a quelli stabiliti dai contratti per l’assenza di supporti, per esempio la quantità di asili nido presenti sul territorio nazionale non soddisfa le esigenze dell’intera popolazione. Ciò che preoccupa è che il tasso di inattività femminile è invariato dal 1990 ed è principalmente legato all’età della donna, ma anche al luogo in cui vive. Ad esempio il 70,6% delle donne tra i 35 e 44 anni lavora, invece la percentuale scende al 47,4% tra i 55 e 64 anni. Tre donne del Nord su dieci sono disoccupate, al Sud invece è una donna su due a non lavorare.
Possibili soluzioni
La Randstad Research Italia propone delle soluzioni affinché più donne possano intraprendere l’incarico lavorativo. Si pensa a distribuire meglio i congedi familiari e all’introduzione di un sistema fiscale che non penalizzi le possibilità del secondo lavoratore in famiglia. Attraverso il diritto individuale si potrebbe promuovere l’uguaglianza di genere nella cura dei bambini con l’inserimento di un congedo ben retribuito e di uguale durata per entrambi i genitori. Un ruolo importante potrebbe riguardare il livello di formazione dato che l’istruzione sembra essere più considerata per le donne che per gli uomini, questo a discapito dell’esperienza. Secondo la Randstad Research Italia se questi provvedimenti verranno attuati, si concretizzerà in pochi anni l’aumento del tasso di occupazione femminile.