L’E-Commerce permette davvero di abbattere le barriere del gender gap nel mondo dell'imprenditoria e del lavoro femminile? L’inchiesta di Zainet continua con la nostra intervista a Gloria Gorni, conosciuta sui social come @gloriecoeur. Gloria è una giovane artista, a soli ventitré anni è riuscita a fare della sua passione il suo lavoro e con la sua arte ha raggiunto un vasto pubblico sui social, arrivando a contare quasi 50mila follower su instagram e 109mila su Tik Tok.
In cosa consiste il tuo lavoro?
«Al momento lavoro a più progetti insieme. Il mio progetto fondamentale, che porto avanti da anni, è quello di content creator e artista sui social, con produzione di contenuti d’arte e disegni che pubblico su tutti i miei social a cui affianco la vendita di opere tramite il mio sito: stampe, lavori originali e grafiche personalizzate. Parallelamente ho creato una piccola attività, un’ associazione culturale, Selac, uno spazio espositivo che è il nostro studio, ma facciamo anche eventi culturali e teniamo corsi di disegno. Lavoriamo anche con aziende per produzione di contenuti social, web design e produzioni di grafiche. Parallelamente lavoro a un progetto personale nel mondo degli NFT che danno la possibilità di vendere lavoro originali tramite criptovalute.»
Credi che la tua esposizione sui social abbia influito sul tuo lavoro, anche grazie al rapporto con i followers?
«Di sicuro si, ma non completamente, perchè c’è tanta gente che mi segue da poco. Io sulle mie pagine principali non posto tanto della mia vita quindi molti sono focalizzati solo su quello che produco. Ci sono però anche tante persone che si fanno vedere, mi scrivono, comprano spesso e magari mi seguono anche sulle pagine private. Loro ci sono da tanto tempo e immagino si siano affezionati alla mia persona oltre a quello che faccio, perchè vedo che magari interagiscono sulle piccole cose di me. Quindi sì, c’è una parte di persone che comprano, mi seguono e mi supportano che si sono affezionate alla mia persona e a quello che sono.»
Come hai iniziato e come ti sei approcciata alla vendita sul web?
« Le mie primissime vendite sono state tramite instagram in privato, quando avevo 14-15 anni. Avevo 14 anni, era tutto alla leggera. Verso i 18 anni mi sono spostata su una piattaforma dove vendevo le mie stampe, così avevo la possibilità di vendere prodotti a prezzo minore. Ho visto un'altra artista che seguo che lo faceva e mi son detta “Proviamo a vedere le mie stampe”. All'inizio mi sono affidata a Etsy che è una piattaforma che vende prodotti artigianali e prende delle commissioni. È una piattaforma intuitiva, molto veloce ma ha delle commissioni alte così ora mi son portata su un mio sito privato. https://www.gloriecoeur.com/ »
Sei giovanissima e sei una donna, hai mai ricevuto critiche per questo nel tuo lavoro?
«Mi succedeva prima, quando mi esponevo di più. Ricevevo critiche sui miei pensieri oltre che sui progetti a cui collaboravo, ma c’è anche da dire che ero piccola, potevo anche esprimermi male. Adesso ho più responsabilità di quello che dico e faccio e sono molto più serena sui social. Succede però con l’associazione che abbiamo creato, che essendo due ragazze veniamo prese sotto gamba. Esempio: abbiamo costruito un tavolino da mettere nell’associazione e abbiamo postato la foto. Un ragazzo ci è venuto a criticare dicendo che non avrebbe retto e non avremmo mai potuto farlo perchè non abbiamo le competenze in quanto donne, il problema è che la mia collega ha studiato scultura in Accademia e sapeva come farlo. Abbiamo discusso con questa persona ma internet funziona così.»
In che modo e quanto ritieni che l’essere donna possa influire su quello che fai?
« Io come donna mi sento discriminata, ma la cosa positiva del mio lavoro è che io gestisco cosa devo fare. C’è anche da dire che il mio pubblico è al 90 percento femminile e questo mi dà una grande libertà di lavoro. Se avessi un pubblico più maschile non sarei così libera di fare quello che faccio. La maggior parte delle mie vendite è per un pubblico femminile e il mio lavoro, non voglio stereotipare, ma se vogliamo includerlo in un quadrato è molto romantico, femminile per colori e soggetti, che possono piacere a tutti ovviamente. Le tematiche che tratto forse sono più associate alla figura femminile: parlo di me stessa e dei traumi che mi stanno a cuore e che sento vicini e il fatto che i disegni siano volti femminili è una scelta. Penso che forse per questo il pubblico femminile empatizzi di più.»
Ritieni quindi che il web possa essere uno spazio sicuro? Come sarebbe il tuo lavoro senza i social?
«Si, nel mio caso perchè mi sono scelta io il mio pubblico. Ora mi sono spostata anche su Twitter, lì la comunità artistica è forte e c’è un senso di unità maggiore rispetto a instagram, interagisco di più con le figure d’artista. La cosa positiva, senza nessuna discriminazione, è le persone che sono molto appassionate di arte hanno una sensibilità a cui non tutti riescono ad arrivare e per questo non mi sento in pericolo quando interagisco con loro. Anche in Accademia e contesti scolastici io sapevo di essere al sicuro lì perché le persone con cui interagivo erano interessate ai miei stessi temi, parlarne era semplice. Per questo i social sono uno spazio sicuro, ho costruito i miei in modo che lo fossero. Se non avessi avuto i social io non venderei i miei lavori adesso. Il mercato d’arte classico tradizionale è un mercato chiuso ed elitario, in cui si vendono quasi solo artisti del passato. Non è un mercato per giovani. Poi dal punto di vista di figure di donne come artiste e di donne attive nel mondo dell’arte, tra critici e galleristi, solo negli ultimi anni si sta cercando di pareggiare il gender gap ma c’è ancora un divario.»
Ritieni che il lavoro dell’artista sia sottovalutato?
«Il lavoro dell'artista è sottovalutato soprattutto per quanto riguarda le tempistiche, le persone si aspettano che tu faccia tanto in poco tempo. Ma in generale è un lavoro sottovalutato, io tutt’ora quando devo spiegare che lavoro faccio mi viene chiesto :“Ma ci guadagni?” Ho ricevuto critiche anche per il mio percorso di studi. Molto spesso mi chiedono se il percorso possa essere valido.»
Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe seguire questo percorso?
« Io credo che innanzitutto bisogna pensare a quello che ti piace fare. Se si ha la possibilità io consiglio di seguirlo. Non è solo fare arte, è un tipo di vita che ti permette di seguire sempre le bellezza in quello che fai. Da quanto ho iniziato a cambiare mentalità e iniziare a seguire questo tipo di bellezza che si può ritrovare in tutto, la vita è talmente cambiata. Sopratutto una cosa che mi sento di dire a tutti quelli che sono spaventati nell’approcciarsi a questo mondo è che la percentuale di fallimento è in tutti gli ambiti. Il mio consiglio è non lasciarsi condizionare da queste cose. Adesso dal punto di vista artistico ci sono tante possibilità, non è solo una cosa legata al quadro tradizionale.»