Punta a diventare la nuova direttora generale della Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) con l’elezione di giugno (22-29) a Roma. Catherine Geslain-Lanéelle, ingegnere agronomo e civile, è stata la direttora generale del ministero francese dell’Agricoltura, ha lavorato in Italia in passato per sette anni e di alimentazione si occupa da tre decenni. È la prima candidata donna nella storia della Fao che non ha mai avuto direttori di sesso femminile. Lo scorso mese ha incontrato a Roma la stampa da “candidata della Francia e dell’Ue” per gli anni 2019-2023. È la prima volta che l’Ue presenta in modo unitario un candidato.
Qual è l’incidenza dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola nei paesi in via di sviluppo?
I cambiamenti climatici hanno un impatto su tutte le realtà produttive anche in Europa e in Italia. La siccità, le inondazioni, eventi estremi e frequenti hanno impatti forti. Dobbiamo rendercene conto. Dobbiamo trovare meccanismi di resistenza che ci permettano di produrre la quantità ma anche la diversità degli alimenti di cui abbiamo bisogno.
Come si concilia con i punti dell’Agenda 2030?
Il ruolo della Fao è di aiutare i governi, gli agricoltori, i pescatori. Il piano d’azione dell’Agenda 2030 è di permettere di produrre, di permettere di uscire dalla povertà a tutti coloro che oggi vivono nelle aree rurali.
Qual è il ruolo dell’Europa nelle azioni volte ad aiutare i paesi in via di sviluppo?
Sono fiera e contenta di essere la candidata dell’Europa e non solo francese. Il ruolo europeo nel sostegno allo sviluppo è fondamentale: all’interno della Fao gli aiuti Europei sono il 40 percento del budget complessivo.
Che ruolo hanno le guerre sull’alimentazione?
La guerra ha conseguenze su alimentazione e migrazione. Ma il circolo è vizioso. L’insicurezza contribuisce allo sviluppo dei conflitti e delle guerre e all’inverso le guerre hanno un impatto forte sulla popolazione perché in effetti bloccano la capacità di queste popolazioni di nutrirsi. È quindi importante aiutare ad uscire dalla povertà e offrire un avvenire ai giovani dei paesi rurali del Sud del mondo in modo da evitare le migrazioni che non sono quasi mai una scelta ma un obbligo di sopravvivenza.