Interviste
La mia “Mamma Roma” una nuova generazione di cantautori
Mattia Marzi percorre le tappe del suo viaggio nei quartieri capitolini
Redazione | 2 maggio 2019

Un inno a Pier Paolo Pasolini e non solo. Ci racconti Mamma Roma, il tuo ultimo libro?

È un libro sulla terza generazione di cantautori della capitale, che si rivolge prettamente ai miei coetanei. Mi piace pensarla come un’opera generazionale, un viaggio nella Roma degli anni 2010 che racconta la storia di questi artisti quartiere per quartiere.

 

Come hai diviso le generazioni di cui parli?

Roma ha una storia molto importante sul piano del cantautorato. Non sono partito dai cantori di fine Ottocento, ma da quelli degli anni Sessanta. La prima scuola nasce nel Folk Studio, a Trastevere, dove dei giovanissimi De Gregori e Venditti iniziarono a muovere i primi passi. Poi gli anni passano, la città cambia lentamente con fare elefantino. Dopo vent’anni si fa strada una seconda generazione, stavolta a Vicolo del Fico, nel Locale. Qui Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè e i Tiromancino diedero il là a una nuova ondata artistica. Ora mi piace pensare a una terza folata, nata tra le pareti del Circolo degli Artisti e poi sviluppatasi tra il Pigneto e San Lorenzo.

 

Roma è la capitale del rinascimento musicale italiano?

Chiaro. Stiamo assistendo a una bella rinascita del cantautorato italiano. Negli anni Sessanta Roma è stata la capitale della musica, con gli studi dell’RCA e un clima profondamente fervido. Poi tutto è svanito. Il lavoro svolto dalle etichette, dagli autori stessi e anche dai giornalisti negli ultimi anni ha sorprendentemente contribuito a riportare in alto il nome della musica capitolina.

 

Com’è nata l’idea di Mamma Roma?

L’idea mi frullava in testa già da un po’, dopo aver scritto un articolo simile su Rockol. Una volta ottenuta l’opportunità di pubblicare un secondo libro non ci ho pensato due volte. Non è un racconto tecnico senza anima. Prima di iniziare a scriverlo ho preso il motorino per andare a Trastevere e visitare l’ex sede del Folk Studio, dove ora c’è una targa. Ho raccontato ciò che vedevo intorno a me. I protagonisti di questa scena sono dodici: Niccolò Contessa in primis, poi Motta, Giorgio Poi, Calcutta, Coez, Giulia Anania, Carl Brave e Franco 126, Tommaso Paradiso e i The Giornalisti. Nell’elencare loro ho deciso di fare lo stesso con i quartieri cruciali dove hanno mosso i primi passi, dal Pigneto a San Lorenzo passando per Trastevere, Prati, Parioli, Garbatella, Magliana e addirittura San Basilio e Montesacro, zone di Ultimo e Galeffi.

 

Sei stato uno degli studenti di Zai.net, meno di dieci anni fa.

Esperienza che ha contato molto per me. Ancora conservo i primi numeri con le mie interviste e le mie recensioni. Zai.net mi ha dato l’opportunità di vedere pubblicati testi che inizialmente tenevo solo per me. Avevo diciassette anni e non sapevo bene cosa aspettarmi. A voi devo tanto e non smetterò mai di ringraziare due persone fondamentali: Chiara Falcone e Chiara Colasanti, che tanto mi hanno seguito e consigliato nel mio personale percorso di crescita.

 

Progetti per il futuro?

Raccontare la generazione dei rapper romani. GIà ho in mente il titolo: Trap Capitale.

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