Interviste
Un’orchestra per combattere il disagio giovanile
Si chiama “Pepita”, cinquantasei ragazzi uniti dall’amore per la musica e per il prossimo
14 novembre 2019

Un’orchestra giovanile permanente per offrire l’opportunità a ragazzi privi di istruzione musicale di fare musica d’insieme e prevenire o superare qualsiasi forma di disagio. È lo scopo dell’Orchestra giovanile “Pepita”. L’idea nasce nel 2008 da un’iniziativa del Maestro venezuelano Josè Antonio Abreu - musicista, ex ministro della Cultura e oggi Ambasciatore nel mondo del suo Paese - che nel 1975 ha creato in Venezuela un progetto di riscatto sociale attraverso l’istruzione musicale. 

Un progetto che oggi coinvolge almeno 250mila ragazzi di famiglie disagiate, formando centinaia di orchestre giovanili che girano tutto il paese. Dall’iniziativa sono nati tanti talenti: il più conosciuto è Gustavo Dudamel, oggi direttore d’orchestra richiesto in tutti i più importanti teatri del mondo e che si è esibito a favore di Children in Crisis Italy in un esclusivo concerto al Teatro alla Scala di Milano. A parlare dell’orchestra giovanile Alessandro Olivoni, componente del gruppo musicale italiano da un anno.

 

Alessandro, ci dici qualcosa in più su questa iniziativa?

Siamo 56 ragazzi e siamo stati invitati ad esibirci su palcoscenici importanti come il Teatro Arcimboldi, il Teatro Dal Verme, il Conservatorio di Milano, l’Auditorium di Milano e in luoghi prestigiosi come la “Sala Alessi” di Palazzo Marino, la “Sala Orlando” di Palazzo Castiglioni (sede della Confcommercio), il Castello Sforzesco (evento inserito nel calendario Expo in Città) e lo “Spazio Sforza” della Triennale EXPO Gate. Ma anche in luoghi più difficili, come il carcere di San Vittore o la comunità di San Patrignano. 

L’utilità sociale del progetto sta nell’offrire ai ragazzi della scuola dell’obbligo la possibilità di fare musica, con la prospettiva di entrare a far parte di un’orchestra che presenti un buon livello musicale nonostante sia su base amatoriale. L’obiettivo non è quello di formare professionisti ma combattere il disagio giovanile, la dispersione scolastica e creare situazioni di aggregazione anche interculturali attraverso quel linguaggio universale che è la musica.  

 

L’orchestra è un progetto dell’associazione Children in Crisis Italy

Si tratta di un’associazione che ha lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei bambini vittime di conflitti, povertà e altre situazione di grave disagio.

 

Che strumento suoni tu? E da quanto tempo?

Suono il violino. Avevo 11 anni quando ho iniziato. Ho sempre dedicato molto impegno, studiavo almeno un’ora al giorno. Ma per me il violino è sempre stata una passione e quando hai la passione vai sempre avanti. Inoltre suonare in gruppo crea una magia e un’emozione che ti paga di tutti i sacrifici che fai. E poi è bello riuscire a portare il linguaggio della musica in tutti i luoghi, portare emozioni anche in realtà difficili.

 

Quanto tempo provate tutti assieme oggi?

Almeno due ore alla settimana. Siamo una grande squadra e siamo stati sempre supportati dal pubblico, di questo ringraziamo tutti.

 

Qual è il tuo scopo principale?

Portare negli ambienti che attraverso la musica, che è anche conoscenza, elemento che permette di stabilire un rapporto diverso con il mondo.

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