Oggi facciamo due chiacchiere insieme a Peppe Voltarelli, cantautore e scrittore calabrese da sempre legato alla sua terra, dalla quale è emigrato da un po’ ma non l’hai mai dimenticata. Dalla collaborazione con la Bandabardò alla colonna sonora di Tatanka, una carriera ricca di soddisfazioni e sacrificio.
Cosa rappresenta per lei la Calabria e quanto quest'ultima ha influito sui suoi lavori discografici e letterari?
La Calabria è il dialetto, la lingua madre, l'infanzia, la terra, le scuole, luoghi da sempre presenti nei miei lavori per l'influenza che inevitabilmente hanno avuto nella mia vita, sul mio carattere e sul mio modo di esprimermi, nel bene e nel male.
Dal 1990 agli inizi degli anni Duemila, è stato la voce del gruppo "Il parto delle nuvole pesanti". Cosa l'ha spinta ad abbandonare il gruppo e ad intraprendere la carriera da solista?
Le band, oltre alla musica, sono fatte di amicizia, stima e gioia di stare insieme e quando viene a mancare anche una sola di queste voci è meglio cercare nuove strade.
Durante la sua carriera ha collaborato con numerosi artisti come Roy Paci, i Negrita e non per ultima la Bandabardò, con la quale ha avuto modo di suonare in diverse occasioni. Com'è stata questa esperienza?
La Bandabardo è fantastica. Suonare con loro è come partecipare ad un grande rito collettivo fatto di poesia, talento e ritmo. Non potrò mai dimenticare il Primo Maggio 2011 a Roma; ho suonato con loro in piazza San Giovanni. Esperienza unica!
La sua collaborazione con il regista Giuseppe Gagliardi la portò, nel 2011, a firmare la colonna sonora di "Tatanka", film tratto da un racconto di Roberto Saviano. Nel film vediamo due giovani prendere due strade diverse: una di malavita e una legata alla box. Lei pensa che lo sport o che altre attività artistiche possano aiutare a salvarsi in certi ambienti?
Senza dubbio praticare sport e discipline artistiche contribuisce ad alimentare una cultura di pace e solidarietà, dove la competizione è solo un pretesto per stare insieme
La Calabria, per lei, in tre parole...
Mare, muntagne e cammise.
La S.S. 106, nel suo libro "Il caciocavallo di bronzo", la definisce come "Un'arteria stradale bizzarra come una mostra d'arte contemporanea". Questa strada è famosa per tutti i calabresi e non, per le innumerevoli rotonde presenti e per il suo essere così particolare. Le viene in mente un ricordo o un evento collegato a questa strada?
Sono cresciuto sulla 106 ed amo quella strada! Lì ho dei miei riferimenti sacri, come il palazzo a Torre Melissa "Solo Salotti", oppure il Bar della signora a Toscano (Rossano) da dove ho copiato il ritornello di “Turismo in quantità”. Quando torno in Calabria passo a visitarli per non dimenticare mai i testi delle canzoni.
Sta lavorando a qualcosa di nuovo in questo periodo? Ci può fare qualche spoiler?
Sto lavorando a "Planetario", un disco-libro di canzoni di autori di tutto il mondo, tradotti in italiano ( Ferrè-Sabina-Brel-Serrat-Rodriguez-Isaac-Dyalan). Uscirà per Squilibri Editore e sarà pubblicato in Italia e Spagna. Il progetto artistico è di Sergio Secondiano Sacchi e l'artwork sarà dell'artista Anna Corcione.