Che cosa significa essere campione mondiale di velocità e salto in lungo? I ragazzi di Jolly Roger l’hanno chiesto a Martina Caironi, tre volte oro nei 100 metri piani, l’ultimo conquistato quest’anno a Parigi insieme all’argento per il salto in lungo.
Martina, qual è stato il momento più emozionante della tua carriera da atleta e quale invece il momento peggiore?
Il momento più emozionante è stata l’ultima vittoria sui 100 metri a Parigi 2024 perché sapevo che sarebbe stata la mia ultima paralimpiade, e anche perché il livello è arrivato a essere molto alto e di conseguenza anche la tensione. Invece uno dei momenti peggiori è stato quando nel 2023 ero convinta di vincere sui 100 metri ai mondiali di Parigi e invece sono arrivata seconda, quindi…mai dire gatto finché non ce l’hai nel sacco! È vero che ero molto preparata, ero anche la favorita perché avevo fatto un’ottima stagione, ma tutto può succedere in gara, quindi è stata una sconfitta molto dura da digerire. Ma alla fine l’ho digerita e ho reagito.
Quando vinci che emozioni provi?
Le emozioni sono tante e difficili da descrivere in poche parole: la più forte è quella della felicità, della soddisfazione, però subito dopo c’è un piccolo dispiacere per aver finito tutto quello per cui avevi tanto lavorato. Si lavora per tanti motivi, non solo per vincere: per migliorare la propria condizione, per superarsi; ma quando arriva la vittoria capisci di averlo fatto nella maniera giusta.
Quali sono stati, a tuo parere, i passi avanti fatti per integrare le persone disabili all’interno del mondo dello sport?
Un esempio chiaro è la trasmissione delle paralimpiadi su RAI 2 e vedere la partecipazione della gente allo sport paralimpico. Inoltre c’è una nuova attenzione nei confronti delle persone con disabilità, ad esempio io personalmente sento che per strada non vengo più guardata come un alieno, come avveniva dieci anni fa. Nel momento in cui noi stessi accettiamo la nostra disabilità forse anche gli altri imparano più facilmente.
Quali sono gli obiettivi che ti poni per il futuro?
Continuare a lavorare per migliorare lo sport paralimpico e fargli fare un passo ulteriore in avanti, sebbene sia già molto avanzato, ma vorrei che lo fosse ancora di più. E poi voglio continuare a battermi per le persone con disabilità che magari hanno meno visibilità di me ma che sono comunque degne di essere rappresentate al 100%. È chiaro che non posso vivere e capire fino in fondo tutte le condizioni, però farò del mio meglio.
Jolly Roger è parte del progetto Aracne, La Rete che Include, realizzato con il sostegno di Con i bambini. Si tratta di un laboratorio radiofonico inclusivo tenuto dai giornalisti di Fondazione Media Literacy rivolto a bambini e ragazzi con disabilità e in condizioni di povertà educativa del Municipio III di Roma, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Nella puntata di oggi hanno partecipato all’intervista Damiano, Luca, Alice, Matteo e Marco.