Venerdì è andata in onda l’edizione speciale di Jolly Roger - La radio dei pirati intitolata Il libro si racconta in occasione delle Notti Bianche dei Bibliopoint. La redazione al completo è stata ospitata nel punto lettura Il castello di libri che si trova all’interno dell’IC Carlo Levi del Municipio III di Roma. Una giornata speciale, che ha aperto le porte del bibliopoint a tantissime iniziative tra cui, oltre alla trasmissione di diretta di Jolly Roger, due presentazioni di libri, il concerto del coro dell’IC, letture e laboratori, ma anche una mostra di pittura.
Ne abbiamo parlato con la sua autrice Valeria Magini.
La mia mostra e le opere che ho selezionato per l’inaugurazione del bibliopoint sono legate sia al quartiere di Castel Giubileo sia ad altri territori del Municipio III, ma anche ai libri, i veri protagonisti della giornata. È pausa è una mostra che ho selezionato e curato in occasione di un altro evento e che ho deciso di riportare qui perché pensavo fosse inerente.
Qual è la tematica principale e cosa possiamo vedere?
Da una parte c’è una selezione di lavori a pastello a olio su carta che racconta libri e momenti di lettura: ci sono delle persone che leggono su uno sfondo bianco così che lo spettatore possa immaginare il luogo di lettura. Dall’altra parte ci sono dei piccoli racconti estrapolati da una mostra tenutasi a settembre nella Sala Consigliare del Municipio III dedicata ai suoi quartieri: persone che passeggiano, che si abbracciano, che leggono; in sintesi, che vivono la città.
Qual è il tuo libro preferito?
È Eve’s Diary di Mark Twain, un testo che ho studiato durante gli anni dell’università di lingue e che vi consiglio perché è parla del rapporto tra uomini e donne da una prospettiva ironica.
Quale libro leggeresti all’infinito e quale invece non sei riuscita a finire?
So che è opinione impopolare, ma per me tutta la selezione di Baricco è purtroppo illeggibile! Invece leggerei all’infinito La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini, l’ho letto quand’ero bambina e sono rimasta talmente colpita da averlo ripreso e riletto più volte nel corso della mia vita.
Sei favorevole alle letture imposte a scuola o sarebbe meglio lasciare che i ragazzi si appassionassero autonomamente, senza associare la lettura a un compito?
Da ex professoressa di inglese sono a favore dell’imposizione della lettura perché i metodi un po’ rigidi aiutano i ragazzi a trovare nuove cose, a fare delle scoperte. Penso che la ricerca nasca sempre da una scoperta improvvisa per cui anche leggere qualcosa che non si avrebbe scelto potrebbe poi rivelarsi una bella scoperta.
Perché portare l’arte nelle scuole?
Credo che l’arte debba essere ovunque perché ci appartiene in quanto esseri umani. Penso sia importante per la comunicazione, spero che quello che faccio possa mettere in comunicazione le persone, possa far porre domande all’osservatore, e la scuola è il luogo per eccellenza in cui porsi delle domande.