Snam e Stogit sono le più grandi società d’Italia nel campo dello stoccaggio e pompaggio gas. Nell’area della città di Minerbio ci si chiede se le loro attività possano inquinare l’aria e causare fenomeni di sismicità indotta. Ne parliamo con Riccardo Tagliati, giornalista e direttore di Radio Città del Capo, che ha di recente scritto del problema ambientale.
Come si sono svolte le tue ricerche presso l’impianto della Snam?
Si tratta di due attività diverse con a capo due diverse società: Snam pompa il gas e possiede a sua volta Stogit, che si occupa di stivarlo. Ho osservato di persona i cantieri di espansione di questa centrale, ma ho fatto molta fatica a parlare direttamente con l’azienda. Non essendo riuscito a intervistare nessun dirigente, ho presentato delle domande scritte nel mese di febbraio. La risposta è arrivata solo a maggio.
Il deposito di gas occupa l’area sottostante a cinque diversi comuni e la preoccupazione dei cittadini è che Minerbio e le altre città limitrofe possano correre il rischio di subire terremoti. È provato, infatti, che questi giacimenti possano causare fenomeni di sismicità indotta.
Il geologo Paolo Augliera, che presiede le attività di controllo nei vari impianti, sostiene che non vi sia alcuna correlazione possibile fra la scossa di terremoto avvenuta nel 2012 in Emilia Romagna e il giacimento, poiché l’ipocentro della scossa si trovava a nove chilometri di profondità mentre l’impianto arriva solo a millequattrocento metri sotto il suolo. Ciononostante i cittadini sono preoccupati che i terremoti possano essere legati ad altre attività dell’impianto. Al momento stiamo indagando su questo.
Che tipo di inquinamento producono le attività e i macchinari della centrale?
Il metano è l’unico combustibile fossile che, se bruciato, ha una bassa soglia di emissioni di CO2 e particolato, i principali inquinanti dell’aria. Tuttavia, se disperso nell’atmosfera, può contribuire al cambiamento climatico con una forza fra le settanta e le ottanta volte superiore a quella dell’anidride carbonica. Snam non ha risposto precisamente alle domande riguardanti la quantità di metano rilasciata nell’ambiente. Se si dovesse disperdere intorno al 3% del metano presente nel giacimento, il rischio sarebbe quello di inquinare anche più che con l’utilizzo di combustibili fossili.
Per pompare il gas si utilizzano dei grandi compressori alimentati a metano. Snam ha modificato alcuni compressori per renderli il meno impattanti possibile per quanto riguarda i consumi. La domanda che sorge è: “Perché non alimentarli con energia rinnovabile?”. L’azienda ha risposto che presso una centrale differente da quella di Minerbio è stato sperimentato un impianto alimentato ad energia elettrica ma che per produrla si utilizzano centrali termiche alimentate da combustibili fossili. Quindi, obietta Snam, se tutte le sue centrali fossero alimentate con l’elettricità l’inquinamento sarebbe pari a quello prodotto sfruttando il metano. Inoltre per Snam è economicamente conveniente utilizzare il metano perché lo gestisce direttamente e non dovrebbe acquistarlo da terze parti.
Perché si è scelto di aumentare la pressione nel giacimento?
Nonostante il fabbisogno italiano di gas sia diminuito rispetto agli anni precedenti, la nostra Strategia energetica nazionale sostiene che nei prossimi anni il metano sarà la fonte energetica di transizione fra i combustibili fossili e le fonti di energia rinnovabile. Inoltre il mercato di metano europeo è stato liberalizzato, di conseguenza compriamo gas dai maggiori produttori per poi rivenderlo. L’aumento della pressione è dovuto a una strategia commerciale atta ad aumentare la possibilità di vendita e i guadagni. L’idea dell’Italia è di comprare gas a basso prezzo e di sfruttarlo in futuro quando le centrali energetiche saranno alimentate a metano. Snam ci ha assicurato che l’aumento della pressione del gas nel giacimento fino al 107% non rappresenta un pericolo perché l’impianto potrebbe reggere fino al 120% e, per il momento, escludono di arrivare a tale percentuale.
Il volume del gas nel giacimento è di circa 13 miliardi di metri cubi, dei quali circa 10 miliardi sono adibiti a cushion gas, cioè servono a mantenere l’adeguata pressione minima operativa. I restanti 3 miliardi di metri cubi vengono utilizzati a seconda del bisogno (working gas), tranne una piccola parte che funge da riserva strategica. L’aumento della pressione permette di immagazzinare una quantità maggiore di working gas, facendo aumentare i profitti.
Come procede l’indagine? I cittadini sono informati riguardo alla vicenda?
Nei giorni del 24 e 25 maggio i cittadini avevano convocato un evento di discussione su questa situazione e avevano invitato anche Snam, perché ancora poche persone sono a conoscenza di questo importante sito di stoccaggio.
Coloro che vivono da più tempo a Minerbio hanno visto la creazione della centrale e ne sono a conoscenza ma i cittadini di più recente immigrazione potrebbero essere meno informati. In ogni caso la presenza dei pozzi in città è chiara, perché il paese è di ridotte dimensioni e le pompe si trovano in zone recintate sparse per tutto il comune in piena vista. Snam sostiene che fino ad oggi non ci sia mai stato alcun incidente. Tuttavia uno sfiato di gas potrebbe essere fuoriuscito negli anni Ottanta, nonostante l’azienda sostenga che non sia possibile.