La giovane Alice Mondia e il suo Ep Plaster
Dalla a alla.... a!
La giovane cantante Alice Mondia pubblica il suo Ep Plaster e sogna il suo futuro musicale
Chiara Falcone | 14 febbraio 2014
Come e quando è nata la tua passione per la musica?
Per caso: io dico sempre che è stata la musica a scegliere me. A diciotto anni ho inciso il mio primo demo e ho avuto un contratto discografico: quella che era sempre stata una grande passione è diventata un lavoro e ne sono felice. La musica è un bellissimo mezzo per comunicare una vasta parte della quotidianità.
Tu canti sia in inglese che in italiano: come preferisci esprimerti?
Bella domanda! Malgrado sia madrelingua italiana, sono cresciuta ascoltando generi tedeschi ed inglesi. Ultimamente invece mi sono avvicinata alla lingua italiana, che è completamente diversa, anche come metriche. Alla fine mi sono affezionata anche alla scrittura in italiano, quindi non c’è una lingua che preferisco: sono diverse e mi piacciono entrambe.
Tu hai incontrato il Papa: quali sensazione hai avuto?
Indescrivibile. Un’emozione indescrivibile: è una persona incredibilmente solare e vicina alla gente. Un incontro speciale che mi ha davvero fatto riflettere.
Parliamo del tuo nuovo Ep…
Ho cercato di dare unità stilistica al progetto, anche se le canzoni sono cantate sia in inglese che in italiano. È una scelta che io ho potuto fare grazie alla mia indipendenza: è più rischioso non affidarsi alle grandi case discografiche, ma ti permette anche di essere molto libera.
Il titolo della canzone che dà il nome all’album è Plaster: cosa significa?
Gesso, inteso come la materia che gli scultori usano per dar forma alla loro opera. Come le note, che sono il mezzo su cui costruire la mia musica, il mio mondo.
Come ti vedi fra cinque anni?
Spero che avrrò percorso la strada che serve per essere ritenuta un’artista vera e propria, dalla a alla a!
Per caso: io dico sempre che è stata la musica a scegliere me. A diciotto anni ho inciso il mio primo demo e ho avuto un contratto discografico: quella che era sempre stata una grande passione è diventata un lavoro e ne sono felice. La musica è un bellissimo mezzo per comunicare una vasta parte della quotidianità.
Tu canti sia in inglese che in italiano: come preferisci esprimerti?
Bella domanda! Malgrado sia madrelingua italiana, sono cresciuta ascoltando generi tedeschi ed inglesi. Ultimamente invece mi sono avvicinata alla lingua italiana, che è completamente diversa, anche come metriche. Alla fine mi sono affezionata anche alla scrittura in italiano, quindi non c’è una lingua che preferisco: sono diverse e mi piacciono entrambe.
Tu hai incontrato il Papa: quali sensazione hai avuto?
Indescrivibile. Un’emozione indescrivibile: è una persona incredibilmente solare e vicina alla gente. Un incontro speciale che mi ha davvero fatto riflettere.
Parliamo del tuo nuovo Ep…
Ho cercato di dare unità stilistica al progetto, anche se le canzoni sono cantate sia in inglese che in italiano. È una scelta che io ho potuto fare grazie alla mia indipendenza: è più rischioso non affidarsi alle grandi case discografiche, ma ti permette anche di essere molto libera.
Il titolo della canzone che dà il nome all’album è Plaster: cosa significa?
Gesso, inteso come la materia che gli scultori usano per dar forma alla loro opera. Come le note, che sono il mezzo su cui costruire la mia musica, il mio mondo.
Come ti vedi fra cinque anni?
Spero che avrrò percorso la strada che serve per essere ritenuta un’artista vera e propria, dalla a alla a!
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