Incontri al Festival della Mente di Sarzana
Dialogo con un Luciano Canfora
La responsabilità politica tra ieri e oggi
Jacopo Bertella | 29 ottobre 2015
Qual è il legame tra politica e responsabilità?
È un legame di identità: una politica che non sia responsabile non è politica. Poi viene tradita calpestata, ma per il fatto stesso che noi diciamo “viene calpestata” confermiamo l’identità fra le due cose.
Quanto il modello di Augusto è tornato nella storia?
I modelli antichi sono ritornati tante volte nella storia: stravolti, capiti male, esaltati. Carlo Magno reincarnò ciò che Augusto aveva rappresentato, poi Luigi XIV, infine nel ‘900 europeo c’è Augusto che incombe sulla politica culturale del fascismo. Qual è quello vero? Capirlo è il compito degli storici.
Politica e morale: quanto si è sfilacciato questo rapporto?
Lucrezio dice che quando fu scoperta la proprietà privata, cominciò il bellum fra gli uomini e quindi la morale ha cominciato a soffrire. Si tratta di una visione radicale, utopistica certamente, ma c’è del vero. Lucrezio propone di tornare alla vita prior, quando non c’era ricchezza e ci si accontentava di poco. I nostri economisti parlano con disprezzo di queste teorie definendole pauperistiche. È così, ma sta di fatto che l’attuale standard di vita opulenta è insostenibile.
Potere e democrazia: cosa le suggeriscono questi termini?
Democrazia contiene la parola potere, però kratos vuol dire anche violenza, forza nell’esplicarsi della violenza. L’unica interpretazione utile l’ha data Aristotele: non è il governo della maggioranza, è il governo dei poveri. Se i poveri contano c’è democrazia: è un concetto tornato di grande attualità.
Qual è il valore della storia al di là delle date che compongono la gran parte dello studio scolastico?
Nego che sia così: le date hanno senso perché sono incasellate in una consequenzialità logica, sono memorizzabili proprio perché hanno un senso. Lo studio della storia è imprescindibile perché tutta la storia è contemporanea, fa parte dei nostri problemi.
Questo l’ha spinta a voler diventare uno storico?
Io non sono uno storico, preferisco uno studioso di storia.
È un legame di identità: una politica che non sia responsabile non è politica. Poi viene tradita calpestata, ma per il fatto stesso che noi diciamo “viene calpestata” confermiamo l’identità fra le due cose.
Quanto il modello di Augusto è tornato nella storia?
I modelli antichi sono ritornati tante volte nella storia: stravolti, capiti male, esaltati. Carlo Magno reincarnò ciò che Augusto aveva rappresentato, poi Luigi XIV, infine nel ‘900 europeo c’è Augusto che incombe sulla politica culturale del fascismo. Qual è quello vero? Capirlo è il compito degli storici.
Politica e morale: quanto si è sfilacciato questo rapporto?
Lucrezio dice che quando fu scoperta la proprietà privata, cominciò il bellum fra gli uomini e quindi la morale ha cominciato a soffrire. Si tratta di una visione radicale, utopistica certamente, ma c’è del vero. Lucrezio propone di tornare alla vita prior, quando non c’era ricchezza e ci si accontentava di poco. I nostri economisti parlano con disprezzo di queste teorie definendole pauperistiche. È così, ma sta di fatto che l’attuale standard di vita opulenta è insostenibile.
Potere e democrazia: cosa le suggeriscono questi termini?
Democrazia contiene la parola potere, però kratos vuol dire anche violenza, forza nell’esplicarsi della violenza. L’unica interpretazione utile l’ha data Aristotele: non è il governo della maggioranza, è il governo dei poveri. Se i poveri contano c’è democrazia: è un concetto tornato di grande attualità.
Qual è il valore della storia al di là delle date che compongono la gran parte dello studio scolastico?
Nego che sia così: le date hanno senso perché sono incasellate in una consequenzialità logica, sono memorizzabili proprio perché hanno un senso. Lo studio della storia è imprescindibile perché tutta la storia è contemporanea, fa parte dei nostri problemi.
Questo l’ha spinta a voler diventare uno storico?
Io non sono uno storico, preferisco uno studioso di storia.
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