Possiamo dire che Carola Rackete e Andrea Camilleri siano stati i dissidenti simbolo dell’estate 2019?
Con le loro storie, di mare e di penna, in tempi e luoghi distanti, così diversi tra loro, hanno rappresentato un’umanità diversa, accogliente, critica e dissidente. Il collettivo Tvboy ha voluto omaggiarli, proprio quest’estate, ritraendoli nei murales di via Crocifisso a Taormina.
Questo mese li abbiamo ritrovati anche in libreria, con due pubblicazioni fresche di stampa che potrebbero diventare altrettanti regali di Natale per amici o per voi stessi. È bello circondarsi di parole ribelli.
Il mondo che vogliamo di Carola Rackete è uscito proprio a inizio mese. Garzanti ha pubblicato il 4 novembre questo saggio che La Repubblica ha definito “Un manifesto su come invertire la rotta del consumo accelerato delle risorse naturali, leggendo le interconnessioni tra la protezione della natura e la salvaguardia dei diritti umani”. È un appello con cui la comandante Rackete spiega ai suoi lettori i motivi delle sue battaglie per l’ambiente e i diritti umani, un invito all’azione prima che sia troppo tardi.
Carola Rackete non è solo il capitano coraggioso che a giugno ha sfidato i divieti delle autorità per salvare i migranti presi a bordo della Sea-Watch 3. È un’attivista del movimento ambientalista Extinction Rebellion, forte di studi di Scienze Nautiche e Scienze Ambientali condotti in Germania e in Inghilterra; ha un passato sulle navi da ricerca Meteor e Polarstern, a bordo dell’Arctic Sunrise di Greenpeace e della British Antarctic Survey, impegnata nelle operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo dal 2016. I proventi del libro sono devoluti all’Associazione borderline-europe – Menschenrechte ohne Grenzen e.V. che si batte per i diritti dei profughi e che, con il suo lavoro, si oppone anche alla generale criminalizzazione di coloro che li aiutano. Un saggio che denuncia le contraddizioni del sistema e le sue conseguenze sui popoli, ma anche sull’ambiente. Il punto di vista forte sulla disobbedienza civile di una donna ormai assurta a simbolo per tanti giovani che hanno ancora voglia di indignarsi e costruire insieme un’alternativa nuova, in difesa del pianeta.
E a proposito di difesa, qualcosa su questo tema ne aveva da dire decisamente anche Andrea Camilleri. In particolare sulla difesa di Caino, anzi, sulla sua autodifesa. Talmente tanto che ci aveva scritto sopra un monologo, che avrebbe dovuto interpretare alle terme di Caracalla di Roma il 15 luglio. Ma la malattia di quei giorni e la scomparsa del 17 luglio ha impedito il suo ritorno sul palcoscenico, tanto atteso dopo aver portato in scena il suo Tiresia. Il 21 novembre scorso la casa editrice Sellerio ha pubblicato Autodifesa di Caino, il testo teatrale mai recitato da Andrea Camilleri, per cui il suo autore aveva già previsto tutto. Dalla scena agli intermezzi musicali, dalle parti di testo da interpretare personalmente a quelli da far recitare ad altri attori, fino ai filmati da proiettare sullo schermo. Tutto aveva immaginato del suo Caino, il primo assassino della Storia chiamato a giudizio, pronto a difendere se stesso davanti a noi spettatori-giurati e a portarci quel suo punto di vista che finora non era mai stato in grado di pronunciare. “Nella tradizione ebraica e in parte anche in quella musulmana” ricordava Camilleri “esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia. In alcune di quelle antiche narrazioni lo scontro tra i due fratelli ne rovescia in qualche modo le posizioni”.
Un monologo teatrale per chi cerca nuove strade, nuovi elementi per capire la realtà, e non si accontenta della versione ufficiale delle cose.