Il Premio Nobel per la Letteratura 2022 va ad Annie Ernaux, scrittrice e professoressa francese, prima donna d'Oltralpe a vincere il prestigioso riconoscimento.
A delineare il pensiero critico della scrittrice e attivista per i diritti civili, ai microfoni di Zai.Time, è stato Massimiliano Coccia, giornalista de “L'Espresso” e de “La Repubblica”, nonché ex collaboratore di Zai.net.
Il giornalista, in diretta nel corso del programma Zai.Time, in onda su Radio Jeans, Radio Zai.net e Hotblock Radio, ha definito così lo stile della scrittrice: “Annie Ernaux è una scrittrice con una prosa molto scarna, ma molto magnetica e che ha saputo creare una tipicità nella letteratura francese ed europea. Annie Ernaux parte da storie che affondano le radici nella biografia personale, ma poi diventa lettura collettiva della Francia e anche dell’interiorità di tutte e tutti noi. Il suo sentire diventa un sentire collettivo. Nella sua opera c’è un racconto delle grandi vicissitudini letterarie e sociali dell’Europa del dopoguerra: diritti sociali, conquiste civili e femminili, ma allo stesso tempo c'è sempre inquietudine e lotta viva, non memoir sterile e retorico. Il dolore è vivo. E' un pregio raro all'interno della letteratura. Lei e Houellebecq, suo sfidante al Nobel, sono caratterizzati per una certa inquietudine. Questo è un Nobel che fa della sua militanza civile e sociale essere cultura”.
Coccia: “Ernaux nei suoi testi ha creato un universo”
Sull'impegno civile dimostrato nel corso della lunga carriera, Coccia ha aggiunto ai microfoni di Zai.Time: “Diritti e autodeterminazione sono il mezzo essenziale della sua letteratura. Mettere al centro i diritti riporta a un nuovo umanesimo al quale siamo tutti chiamati. Tutto questo rappresenta infatti un universo politico e sociale in cui si inserisce un discorso letterario: quanto queste battaglie sociali vanno a incidere nelle nostre esistenze. Con i suoi libri ho scoperto un punto di vista che non era il mio e che mi ha aiutato a relazionarmi non solo con le donne, ma con un intero nuovo universo. Ernaux ha creato un universo, un lessico della didascalia: il potere del racconto è più ampio del nostro sentire condiviso. Per raccontare qualcosa non bastano le leggi, i dati. Per capire le storie e raccontare le storie serve saper leggere la nostra realtà. Esiste una saldatura tra il nostro io e la letteratura, un viaggio in sentieri che spesso non battiamo”.
Coccia ha infine ricordato l'importanza anche della piccola editoria: i libri di Annie Ernaux sono stati infatti portati in Italia da una piccola casa editrice, “L'Orma”, che in tempi non sospetti ha fatto conoscere al nostro paese l'autrice che Massimiliano Coccia ha avuto anche il piacere di intervistare.