Se volete conoscere gli anni tra i Settanta e i Novanta in Italia, leggete il bel libro di Francesco Piccolo che mescola storia e vicende individuali mentre parla di sua madre, di sua zia, del terremoto e del colera, di Elena che lo lascia il giorno di San Valentino perché le aveva regalato un peluche di Snoopy avvolto in carta rosa, a lei così impegnata politicamente. Piccolo riscrive la storia politica di questo Paese e la parabola triste di una sinistra perduta. La storia grande vista da un luogo periferico, Caserta, dove sembrava che la Storia non dovesse passare mai e invece eccola: la notizia del rapimento di Moro nello sguardo fiero della compagna di banco, il funerale di Berlinguer dalla porta chiusa della camera da letto del padre. È un libro anomalo e portentoso, che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: «Un’epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla».
Il desiderio di essere come tutti
Virginia Lupi | 13 febbraio 2014
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