Ogni anno il numero di teen fiction disponibili sugli scaffali delle librerie o negli e-store aumenta sempre di più. I ragazzi, ma soprattutto le ragazze, si esaltano per ogni Twilight o After che viene pubblicato, letteralmente decimando le copie in circolazione. Divorano questi libri come se fossero dei cioccolatini, si innamorano dei personaggi che considerano quasi “perfetti”, quasi modelli. In questo modo, però, lasciano che le parole degli autori influenzino le loro mentalità.
Quanta dietrologia, direte voi: la gioventù che legge è teoricamente una cosa positiva, giusto? Beh, quasi. Se non fosse per i messaggi che questi libri promuovono. Gli scrittori non sempre si preoccupano dell’impatto che le loro parole possono avere. Scrivono per divertimento, certo, è così che deve essere e nessuno può in teoria ledere la libertà creativa dell’autore. Ma i personaggi ritratti in queste storie fantascientifiche, distopiche, per loro natura inventate, riescono a far passare messaggi fuorvianti, sempre più spesso oggetto di critiche, nell’immaginario emotivo di noi adolescenti ancora in formazione.
Gli autori romanticizzano disagi psicologici come la depressione e l’anoressia, riducendone la loro importanza e gravità. Ci mostrano relazioni tossiche, malsane, spesso clandestine, come se fossero simbolo di romanticismo ed amore puro.
Sicuramente un metodo efficace per rendere la storia più intrigante e drammatica, ma questo non sempre manda un messaggio positivo agli adolescenti. Dopo tutto, noi stiamo ancora crescendo e il mondo circostante ci influenza in tutti i modi. È facile che queste parole influiscano sui nostri pensieri e sulla nostra percezione della realtà.
Per non parlare dei famosi cliché che popolano le pagine delle teen fiction come fiori appassiti. Quante volte dobbiamo incontrare gli stessi personaggi con le stesse caratteristiche? La ragazza popolare è sempre perfida e ‘facile’, la nerd porta sempre gli occhiali e l’apparecchio, e il guardaroba del “bad boy” consiste solo in giacche di pelle nera.
Stereotipi così frequenti da diventare irritanti. I personaggi sono unidimensionali e piatti, e questo li rende noiosi e per niente interessanti. Per non parlare poi delle trame ripetitive il cui unico risultato è quello di farci un lavaggio del cervello assoluto. Allora che fare? Abolire le teen fiction, metterle al bando? No ovviamente, nessuna critica personale verso coloro che scrivono queste storie, e nemmeno nei confronti di coloro che le leggono, il più delle volte completamente inconsapevoli di questo meccanismo. L’appello è per tutti quegli autori che hanno in mente qualcosa di più grande, che hanno voglia di fare letteratura, ma quella vera. Salvate la letteratura. Perché tra messaggi distorti e usurati cliché sta annegando in un abisso di ignoranza e superficialità.