Talvolta un buon romanzo può essere veicolo di riflessione e memoria.
Oltre ai libri di Liliana Segre che abbiamo segnalato questa settimana, Zai.net ha scovato per voi tre romanzi di recente uscita che con delicatezza, rispetto e profondità ci restituiscono intense storie, spesso basate sulla realtà, su uno dei capitoli più neri del Novecento.
Una luce quando è ancora notte è il romanzo di Valentine Goby che nel 2014 ha vinto il Prix de Libraires del 2014. Mila, la protagonista, ha venti anni e una tenacia incrollabile. Mentre aiuta il fratello e gli altri militanti parigini, è catturata nel 1944 insieme ad altre quattrocento donne. Dopo il primo sollievo nell’apprendere che non sarà fucilata, scopre che la sua destinazione è il campo di concentramento di Ravensbrück. Qui dovrà imparare le difficili regole della sopravvivenza, per sé e per il bambino che ha scoperto di aspettare. La dura vita del lager verrà scossa da una inaspettata luce: Mila infatti scopre una Kinderzimmer, una camera per neonati, paradossale luogo di vita negli strazianti giorni che dovrà affrontare e su cui aleggia un segreto decisivo nel suo destino.
Dalla Francia, sempre nel 2014, arriva un insolito romanzo sull’Olocausto basato su una incredibile storia vera. Una volta nella vita, scritto da Ahmed Dramé, è ambientato nella classe più problematica del liceo Lèon Blum. La professoressa di storia Anne Anglès propone ai suoi difficili allievi un progetto comune: partecipare a un concorso sul tema del genocidio ebraico promosso dal Ministero dell’Istruzione. Un obiettivo apparentemente impossibile da raggiungere: la classe è a maggioranza musulmana e racchiude conflitti sociali, etnie e confessioni religiose in disaccordo. Inaspettatamente gli studenti accettano la sfida vincono il concorso e, come nelle migliori favole moderne, cambiano la loro vita per sempre. Un romanzo di riscatto e trasformazione, inaspettato e carico di speranza, da cui è stato tratto l’omonimo film. In Italia il libro è arrivato nel 2016, edito da Vallardi A.
Nel 2015 la Garzanti ha pubblicato La Memoria dei Fiori, il diario di Rywka Lipszyc.
La ragazza aveva solo quattordici anni quando fu deportata dal ghetto di ?ód? al lager di Auschwitz. Dopo la morte dei genitori tutto ciò che le rimase furono la sorellina Cipka e il suo amore per la scrittura, alcune pagine bianche e il sogno della libertà. Il suo diario è stato ritrovato nel 1945 da Zinaida Berezovskaya, medico militare dell’Armata Rossa, tra le rovine dei forni crematori di Auschwitz. Berezovskaya lo ha custodito nella sua casa in Siberia fino alla morte nel 1983. Sua nipote Anastasia, emigrata a San Francisco nel 1991, in occasione di una visita alla madre ha ritrovato il diario nella vecchia casa e ha deciso di portarlo in America con sé. Nel 2008 il Centro per l'Olocausto del nord California e del Brooklyn College ne ha certificato l’autenticità. Sono seguite la trascrizione, la traduzione in inglese e l’integrazione con le testimonianze di due cugine di Rywka, ma di Rywka stessa si sono da decenni perse le tracce. Di lei sappiamo solo che sopravvisse di pochi mesi alla guerra. Il suo diario costituisce una importante testimonianza umana, un giovane ma profondo punto di vista su una delle pagine più buie della nostra Storia.