Mondo
NO ALLA GUERRA
Pensavamo che la nostra generazione non avrebbe mai visto la guerra da vicino. E ora la paura è grandissima.
3E Liceo Dante Alighieri, Roma | 3 marzo 2022

Dopo due anni di pandemia si iniziava ad intravedere uno spiraglio di luce, che faceva pensare a un miglioramento del contagio e dell’economia in Italia e in tutto il mondo, ma improvvisamente ci siamo risvegliati con una guerra in corso. La cosa sconvolgente è che questa situazione è degenerata in poco tempo e ha colto tutti di sorpresa, in particolare per la gravità delle possibili conseguenze a cui si è arrivati, ed è proprio per questo, per preservare tutte le famiglie ucraine in difficoltà e bloccate in Ucraina, che sentiamo l’esigenza di mandare un forte messaggio contro la guerra. La pandemia ha reso la nostra generazione più consapevole del valore della vita umana e della solidarietà!
(Martina, 16 anni)

Ciò che Putin sta facendo all’Ucraina è inammissibile, tralasciando il tracollo dell’economia, vorrei che vi fermaste a pensare al tracollo della popolazione, alle vite di quelle persone che non ritorneranno più a scuola, a lavoro e sopratutto a casa. NO alla guerra, SI alla vita, NO alla morte, SI alla vita.
(Frida, 16 anni)

Sconcertante è l’unica parola che mi viene in mente pensando a quello che sta succedendo nelle ultime ore in Ucraina: sconcertante che dopo due anni di pandemia e dopo tutto quello che ci ha insegnato la storia continuiamo a professare odio; sconcertante pensare che noi giovani viviamo in una società sottomessa al denaro. Questa società non ci rispecchia.
(Goffredo, 17 anni)

Le guerre le vogliono e le vincono i padroni, mai i popoli. Questa guerra è il frutto di un capriccio di un uomo potente che sta nuocendo al suo stesso popolo.
(Gianmarco, 16 anni)

Ci potevamo aspettare di tutto ma non una guerra. Per 8 anni abbiamo ignorato il problema in Ucraina e negli ultimi mesi la diplomazia non ha funzionato sfociando così in una tragedia. La colpa non è solamente della Russia, ma è anche nostra, non siamo riusciti ad intervenire in aiuto del Ucraina.
(Alessia, 17 anni)

Come si può spiegare a un bambino che si deve rifugiare nelle stazioni della metropolitana per provare a sopravvivere? No alla guerra
(Annarita Elena, 17 anni)

Persone innocenti, famiglie, bambini e ragazzi, ragazzi come noi che hanno dei sogni e sono troppo giovani per morire. Vogliamo davvero arrivare a tutto ciò? Vogliamo lasciare davvero che la guerra si ripresenti nelle nostre vite e diventi la nostra quotidianità?
(Giulia, 16 anni)

La guerra non porta mai a qualcosa di buono, anzi porta distruzione, impoverimento e grande spargimento di sangue. Lo insegna la storia ma evidentemente non a tutti.
(Ludovica, 15 anni)

A mio parere in un momento come questo, appena usciti, o quasi, da una situazione di pandemia globale, sembra assurdo iniziare una guerra e vorrei esprimere la mia disapprovazione a riguardo.
(Emiliano, 16 anni)

Sin dai primi anni di scuola ci hanno sempre parlato delle guerre come qualcosa che è accaduto e che non sarebbe dovuto ricapitare. È crudele come nel ventunesimo secolo, invece di andare avanti e migliorare, stiamo tornando indietro, rifacendo gli stessi errori senza poter cambiare qualcosa, non avendo alcun mezzo o alcuna possibilità per farlo.
(Francesca, 16 anni)

In questo momento la Russia sta attaccando l'Ucraina, senza nessuna ragione logica, portando al rischio di una terza guerra mondiale o a una guerra che colpirà fortemente tutta l'Europa, se non il mondo. Ora la domanda sorge spontanea: era veramente così essenziale far scoppiare una guerra e, soprattutto, in questo periodo storico? Stiamo ancora cercando di superare il Covid e tutto quello che ne ha conseguito tra le perdite -anche di familiari- e crolli economici. Non siamo pronti a una guerra senza nessun motivo. Quanta disperazione dobbiamo continuare a causare prima di comprendere che così non possiamo andare avanti?
(Giulia Ginevra, 16 anni)

La guerra è per definizione una dichiarazione di insuccesso perché nasce dal fallimento della diplomazia. Noi giovani, con un profondo senso di amarezza, esprimiamo profondo dissenso dinnanzi alla guerra e, con grande speranza, confidiamo in un futuro di pace e unione.
Michela, 16 anni

E a noi giovani chi ci pensa? Non siamo già stati abbastanza indeboliti dalla pandemia mondiale di coronavirus? Qui uniti per dire no alla guerra e a ogni tipo di conflitto. E come dicono Fabrizio Moro e Ermal Meta “Non ci avete fatto niente, questa è la mia vita che va avanti, oltre tutto, oltre la gente”.
(Emma, 17 anni)

Agli occhi di molti rappresentiamo la generazione degli irresponsabili e dei superficiali, ma forse siamo solo giovani stanchi, abbiamo dovuto affrontare troppo presto un lungo elenco di restrizioni e di dinieghi e che ora, desiderosi di riprenderci i momenti di cui siamo stati privati, non troviamo spiegazioni di fronte alle armi e ad una rinnovata violenza.
(Sofia, 16 anni)

Iniziare nel secolo XXI un nuovo conflitto è del tutto inammissibile, ingiustificabile e profondamente dannoso. La storia dovrebbe insegnare, non essere uno spunto per cominciare una guerra.
(Ennio, 16 anni)

Quello che porta gli uomini alla guerra e alla distruzione, non potrà mai avere il nome di giustizia. Le stragi, le uccisioni, le sopraffazioni dei popoli e delle genti, tutto ciò si lascia alle spalle il tetro odore della morte e non potrà mai essere chiamato con un nome diverso.
(Vittoria, 16 anni)

È impensabile nel 21 secolo vivere la guerra e la paura dei bombardamenti. È impensabile immaginare milioni tra giovani ed anziani che sono obbligati ad arruolarsi per combattere e difendere il proprio paese. È impensabile come, a distanza di poco meno di 100 anni, si è nella situazione analoga che ha portato morte e distruzione. È impensabile sapere che dei paesi possano invadere il tuo per reprimere e schiacciare una popolazione ed una nazione ricca di tradizioni utilizzando la violenza.
È impensabile immaginare che tra qualche anno racconteremo ai nostri nipoti di aver vissuto la guerra. È impensabile tutto questo.
(Francesca, 16 anni)

La nostra generazione non è nata ne mai venuta direttamente a contatto con l’idea della guerra. E forse proprio perché è una cosa così lontana dalla nostra realtà ci sentiamo ancora più scossi e confusi, ma anche impauriti. Non siamo neanche in grado di capire profondamente il perché, difatti credevamo di essere nati in un mondo che potesse vivere nella pace, speravamo che gli orrori della guerra non li avremmo più visti in volti scarni nelle foto sui giornali.
(Cecilia, 16 anni)

Fare la guerra è il metodo più offensivo che si possa mettere in atto nei confronti degli altri Stati e delle persone. Molte questioni si possono risolvere discutendo e mettendosi d’accordo, chi fa guerra invece, non la pensa come gli altri e decide secondo la sua volontà.
(Matteo, 17 anni)

Si ritiene profondamente inaccettabile sotto tutti i punti di vista quello che sta succedendo in questo momento. Non è accettabile anche solo il pensiero di poter invadere uno stato indipendente nel ventunesimo secolo. Come fece quell’uomo austriaco coi baffi verso la Polonia per instaurare il terzo Reich, Putin invade a suon di bombardamenti e carri armati l’Ucraina per restaurare l’impero russo dello zar. Impensabile vero? Come se oggi l’Italia volesse rifondare l’impero Romano. Fa ridere che sta succedendo nel 2022. Macché ridere, fa soprattutto preoccupare.
(Cristiano, 16 anni)

Una pandemia globale, lockdown, quarantene, vaccini, mascherine e green pass. Tutto questo non è bastato. Ne avevamo tutti abbastanza, ma qualcuno evidentemente no. Quando tutto sembrava giungere verso una fase finale (seppur con la consapevolezza che un’effettiva fine era ancora lontana), quando si
poteva intravedere una luce in fondo al tunnel, ecco un nuovo problema. Qualcosa di ancor più grande, pericoloso, mortale. Idee che non coincidono, sete di ulteriore potere che accieca i forti, vite umane spazzate via come per gioco, senza rimorso, contro la volontà di gran parte della stessa popolazione russa,
che provando a far sentire la propria voce ha portato solo a migliaia di arresti, in un paese che delle opinioni dei “comuni mortali” non ne vuole sapere nulla. Giunti nel ventunesimo secolo trovo assurdo che le armi vengano ancora viste come una soluzione possibile. La guerra non è la risposta.                                                                                                       (Chiristian, 16 anni.)

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