Il progetto Words of Europe, sostenuto dalla Commissione Europea con lo scopo di creare momenti di partecipazione in vista delle elezioni europee del 2024, ha fatto tappa in Ungheria: le associazioni Faktor Terminál e Szubjektív Értékek Alapítvány hanno recentemente tenuto a Budapest una serie di sei eventi e workshop all'interno della fase 1 – denominata "Word Package 1" – del progetto, la cui finalità è appunto andare a popolare un vocabolario di "parole europee”, la cui genesi sia partecipata e condivisa da tutte le associazioni e i partner attraverso momenti di incontro e riflessione comunitaria.
Le associazioni partner a Budapest
L'Associazione Faktor Terminál è stata fondata nel 2015, anche se i suoi membri, come individui indipendenti, avevano già creato molti progetti comunitari diversi in precedenza. Il lavoro si è sempre concentrato su programmi di responsabilità sociale, sostegno ai gruppi emarginati e costruzione di comunità: Faktor Terminál, infatti, si occupa dei problemi dei senzatetto, dell'immigrazione, della discriminazione, del bullismo, della prostituzione minorile e del traffico di esseri umani. Szubjektív Értékek Alapítvány (Fondazione dei Valori Soggettivi) è stata invece fondata tredici anni prima, nel 2002. L'obiettivo principale del fondatore, Levente Bod, era quello di combattere il razzismo e la discriminazione attraverso l'organizzazione di eventi culturali: Szubjektív Értékek Alapítvány si concentra in particolare sul rafforzamento dei giovani socialmente svantaggiati, e nel farlo li coinvolge in seminari e workshop artistici.
Focus sui workshop ungheresi
Come negli altri incontri patrocinati dal progetto in tutta Europa, i workshop vogliono esplorare l'Europa attraverso l'arte, la musica e la discussione, privilegiando le voci dei giovani e di chi non ha il diritto di voto. Agli eventi di Budapest, infatti, hanno preso parte partecipanti di età e provenienza diverse, tra cui studenti della Scuola della Comunità ebraica Lauder Javne e del Liceo artistico professionale Agnes Nagy Nemes, oltre a membri della Casa della comunità Glovefactory. I workshop sono iniziati con le presentazioni reciproche dei partecipanti, per scaldare l'atmosfera e sciogliere il ghiaccio. Nella prima fase di brainstorming, i partecipanti hanno scritto le parole che associavano alle immagini e alla musica presentate. Le immagini includevano la bandiera dell'UE, una mappa d'Europa che non mostrava i confini degli stati membri, Il rapimento di Europa di Rembrandt, mentre è stata fatta ascoltare ai partecipanti una registrazione della Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven eseguita dal Trio Péter Sárik. Dopo aver sottolineato le parole più importanti, è partita la fase di discussione dei propri pensieri. Nella seconda fase del "World Café", i partecipanti si sono divisi in gruppi e hanno riflettuto sulle loro esperienze, idee e pensieri riguardo a tre argomenti: "L'Europa e io", "L'Europa e la realtà" e "L'Europa e l'immaginazione/speranza”.
Il feedback dei protagonisti
Tutti i partecipanti hanno apprezzato i workshop e hanno apprezzato le modalità di condivisione e dialogo. "Abbiamo trovato gli argomenti rilevanti per noi, sia a livello personale che professionale", ha raccontato Béla, che ha preso parte all'ultimo della serie di incontri organizzati da Szubjektív Értékek Alapítvány. “Le parole che abbiamo scelto al nostro tavolo sono diritti umani, pace e libertà”. I workshop di "Words of Europe" a Budapest sono stati un successo e hanno offerto ai partecipanti l'opportunità di esplorare l'Europa attraverso l'arte, la musica e la discussione. L’atmosfera ludica e amichevole, la fase iniziale di brainstorming ed il metodo del World Café sono state efficaci nel portare i partecipanti a riflettere profondamente e a condividere i loro pensieri sull'Europa, una piattaforma efficace per confrontarsi ed esprimere le proprie prospettive sull’Europa.