Oggi il mondo si è svegliato con una notizia tristissima: è morto un maestro di vita, un esempio da seguire, una persona che tutti amavano e che sapeva far commuovere. Se ne va Ezio Bosso, il direttore d’orchestra affetto da una malattia neurodegenerativa che l'aveva costretto in carrozzina, abbattuto da un tumore che l'ha tenuto lontano dalle scene per lunghi periodi.
Nonostante la condizione fisica, però, Bosso è riuscito a entrare nel cuore di tutti gli appassionati di musica e non per l'immancabile sorriso che lo accompagnava in ogni apparizione pubblica. Se si ama ciò che si fa, non c'è ostacolo che ci fermi, è il messaggio che lanciava con il suo lavoro.
A settembre la difficile decisione di smettere di suonare il pianoforte: le sue dita non riuscivano a reagire agli stimoli come avrebbero dovuto e gli provocavano dolori lancinanti. A gennaio, le sue ultime apparizioni in teatro, sempre con la sua amata orchestra: la European Philarmonic. Considerava i suoi orchestrali come dei fratelli o dei figli e anche in questo periodo dove è tutto fermo, stava cercando di trovare un modo per sentirli e per fare musica rispettando le distanze. In una delle sue ultime apparizioni televisive, a Rai News 24, dichiarava che: “I diritti sono sospesi ma la musica è una necessità, come respirare, come l’acqua. La necessità di darla a tutti è la necessità di distribuirla e di far star bene”.
Una delle sue esibizioni più belle è quella svolta in occasione dei 70 anni dalla Repubblica al Teatro di Genova, dove ha suonato quello che lui chiamava “Il canto degli Italiani” (Inno di Mameli). “Suono questo pezzo in ricordo di due amici e della dolcezza dell’amicizia. Bisogna stare uniti” aveva dichiarato lui. Sembra una frase molto attuale, visto il momento di pandemia che stiamo vivendo.
Commovente il saluto di amici, colleghi e ammiratori. “Continuerà a commuoverci, perché la musica ha una magia unica: continuare ad emozionare oltre la vita stessa" il saluto di Ennio Morricone ad Huffington Post.