Federico Bertollini, in arte Franco126, nasce a Roma, nel quartiere Trastevere. Durante il periodo liceale, trascorso al Liceo Statale Virgilio, fonda insieme ai suoi amici Ketama126, Drone126, Asp126, Pretty Solero e Gordo il gruppo 126, dal quale prende il suffisso. Il primo progetto a riscontrare un boom di ascolti è il disco Polaroid (2017) in collaborazione con Carl Brave, nel quale i due artisti raccontano scene di quotidianità romana. Nel 2019 il cantautore romano fa uscire il suo primo disco da solista “Stanza Singola”, dove prende una direzione completamente diversa rispetto ai precedenti lavori: le canzoni sono malinconiche e riflessive, ispirate agli anni ’70, specialmente a Califano: “Lui è un riferimento musicale, la sua poetica malinconica mi ha influenzato”, afferma in un’intervista. L’uscita del nuovo disco “Multisala” non fa altro che rimarcare questa strada intrapresa da Franco, ispirata al vecchio cantautorato italiano.
Multisala, il nuovo disco
Il nuovo album è composto da dieci pezzi, dieci episodi di vita che nell’insieme formano un film vissuto attraverso gli occhi dell’artista. I temi sono vari e in ogni traccia è possibile trovarne uno differente: “Simone” ci parla dell’amicizia, “Miopia” di una storia d’amore appena sbocciata mentre “Blue Jeans” con Calcutta di una relazione ormai conclusa. La sensazione di nostalgia e la paura di diventare grandi, temi cardini dell’album, sono raccontate in “Maledetto tempo”, uno dei pezzi stilisticamente più simili alle canzoni italiane di cinquant’anni fa insieme a “Vestito a fiori” e “Ladri di sogni”. Non sarebbe strano, infatti, pensare che il progetto Multisala, inizialmente abbandonato dal cantante, sia stato pensato proprio per omaggiare il Califfo e il cantautorato degli anni ’70. La scrittura vecchio stile e la voce malinconica di Franco si mescolano alla perfezione con le produzioni di Ceri, che riesce ad unire in modo equilibrato le sonorità delle nuove generazioni con quelle della vecchia scuola italiana.