La modalità di fruizione della musica negli anni sono molto cambiate. Sicuramente oggi, per le nuove generazioni è diventata parte integrante delle giornate e non relegata a spazi precisi e contingentati. Ma cosa è cambiato rispetto al secolo scorso?
L'influenza del marketing
Fondamentale è stata l'evoluzione della tecnologia: basta fare un click e l’album viene installato automaticamente in tutti i dispositivi. E questo ha portato a una fortissima pressione commerciale sugli utenti, finendo per mettere in secondo piano il talento di un artista. La gran parte degli utenti di musica è investita dal marketing delle case discografiche più che dalle emozioni di una voce. Prima c’era più passione, i testi erano più raffinati e accurati e trasmettevano valori, mentre oggi un cantante non deve avere talento per eccellere, basta saper utilizzare l’autotune, un software utilizzato, specialmente nella trap, che riesce a manipolare l’audio di qualsiasi canzone. Se pensiamo al fatto che un biglietto per un concerto di Ed Sheeran costi di più rispetto al biglietto per un concerto dei Nirvana, riusciremo a comprendere che l’interesse economico è cresciuto esponenzialmente fino ad oggi e che in molti casi questo è avvenuto in relazione alla forza del marketing: provenienza dai talent e relativi accordi con case discografiche, più che in relazione alla forza delle corde vocali.
Economia musica
Il report “Economic Impact of Music in Europe” presentato a Milano Music Week il 20 Novembre, dimostra che con queste innovazioni tecnologiche la musica è diventata un’importante fonte di occupazione e ricchezza. Negli ultimi anni ha generato esportazioni per 9,7 miliardi di euro (beni e servizi) e quasi la metà vanno attribuite a editori musicali, case discografiche e servizi streaming d’audio. Il settore musicale nel 2018 ha mosso 31 miliardi di euro; purtroppo con il decreto del 4 marzo 2020, il Governo ha deciso di sospendere le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, inclusi ovviamente tutti gli esercizi attivi nel commercio di musica registrata.
La pandemia ha creato un danno enorme al settore musicale in ambito economico; non solo gli artisti, ma tutti gli operatori che rendono possibili i concerti in questa situazione di emergenza sono rimasti senza lavoro e senza alcuna forma di tutela. Nessuno di noi in questi lunghi mesi ha rinunciato alla musica e molti artisti hanno ricevuto un indotto almeno dai diritti di autore. Servirebbe più tutela per un settore che ha un ruolo così importante nell’evoluzione della società e dei costumi. Molti gruppi hanno reinventato il loro modo di rimanere in contatto con i fan. Un esempio sono stati i Rolling Stones, che hanno organizzato un concerto in diretta (Rolling Stones One World_Together at Home), un modo per ricordare che non vediamo l’ora di rimetterci in viaggio...anche con la musica.