Musica
Infrangere i record è la volontà di superarsi
Redazione | 3 febbraio 2020
INDIO, CA – APRIL 15: Eminem performs onstage during the 2018 Coachella Valley Music and Arts Festival Weekend 1 at the Empire Polo Field on April 15, 2018 in Indio, California. (Photo by Kevin Mazur/Getty Images for Coachella)

 

L’ha fatto di nuovo. Non pago del risultato ottenuto in “Rap God”, Slim Shady ha deciso di accrescere il proprio livello virtuosistico in “Godzilla”, singolo in cima alle classifiche estratto dal suo ultimo disco “Music To Be Murdered By”.

Il ritornello cantato da Juice WRLD ha certamente richiamato l’attenzione del pubblico, essendo anche la prima pubblicazione postuma del trapper di Chicago, ma la ragione per cui il brano è al terzo posto della Billboard Hot 100 è un’altra: la strofa finale. Negli ultimi 31 secondi, infatti, Marshall Mathers pronuncia ben 224 parole, battendo il proprio stesso record. Per capirci, in “Rap God” rappava 9.6 sillabe al secondo, in “Majesty” era arrivato a 10.3; sono 10.65 le sillabe prodotte al secondo in “Godzilla”. Un bel numero, non c’è dubbio, raggiungibile soltanto attraverso una preparazione costante e rigorosa. Una fatica allucinante insomma. Ma, esattamente, per chi lo sta facendo?

Intendiamoci, tutto il mondo si era infiammato per “Rap God” e sicuramente ci siamo esaltati tutti la prima volta che abbiamo sentito “Godzilla”. Ma diciamocelo, non si capisce niente. In realtà la strofa è perfettamente sensata e ospita alcuni giochi di parole davvero formidabili, per cui vale davvero la pena di andare a leggere il testo; tuttavia, percepire la differenza di rapidità da “Rap God” non è cosa del tutto immediata. Canta veloce. Punto. Che le sillabe al secondo siano 9 o 10, per noi conta poco. Ma conta per Eminem.

Questo prodigio tecnico diventa significativo nel momento in cui lo si guarda da una specifica prospettiva: la corsa contro il tempo del rapper è un’icona della volontà di superare i limiti umani — e, soprattutto, di superare i propri limiti. La capacità di rimettersi sempre in gioco, di  migliorare costantemente se stessi, è la fiamma vitale che rende chi la possiede un po’ più luminoso. È la scintilla che alimenta l’ambizione velocista di Eminem, che nelle sue gare solitarie brilla ad ogni sillaba. La stessa scintilla grazie alla quale, fino alla scorsa settimana, Kobe Bryant aveva illuminato il mondo intero, ispirando milioni di ragazzini a diventare la migliore versione di se stessi. Una luce che può risplendere in chiunque e che merita di essere tenuta accesa, fosse anche solo in forma di brace.

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