“Simba La Rue emerge come un’icona nel mondo del rap, sfidando le critiche con il suo album ‘Tunnel’. Esaminiamo la sua incisiva presenza nella scena, tra l’applauso per la sua ‘street credibility’ e le sfide incontrate nel rappresentare un genere controverso come il Gangsta Rap.”
Che vi piaccia o no, Simba La Rue è entrato a far parte dei big della scena. Lo dicono le partecipazioni del suo album di debutto; i valori produttivi e gli streaming collezionati ne danno un ulteriore conferma.
Le peripezie giudiziarie di questo personaggio hanno sicuramente contribuito a diffondere il nome di quello che ad oggi è un vero e proprio simbolo della cosiddetta “street credibility”.
“Tunnel” potrebbe essere l’occasione di Simba di dimostrare di essere un artista oltre il personaggio.
I detrattori di questo tipo di musica puntano spesso il dito verso la pochezza dei testi, i contenuti diseducativi e la mancanza di capacità liriche e canore; ma queste accuse lasciano un po’ il tempo che trovano dal momento che stiamo parlando di “Gangsta Rap”, una corrente che fa proprio di queste caratteristiche il suo cavallo di battaglia. Certo, qualche competenza tecnica in più sarebbe ben accetta ma sarebbe anche come chiedere al punk di complicarsi.
“Tunnel” è un disco che vive della sua semplicità e così deve essere soprattutto in virtù della sua natura di prodotto commerciale. Nessuno mangia un panino del McDonald lamentandosi che le polpette della nonna sono più buone; e chi lo fa non ha capito il senso di ciò che fruisce.
E in ogni caso, qui delle competenze tecniche ci sono eccome. La produzione, per esempio, è molto curata, e non solo tecnicamente. È vero, manca un po’ di differenziazione tra gli scenari presenti in gioco e alla lunga questa unica atmosfera potrebbe stancare, ma non si può negare che goda di un carattere tutto suo, anche piuttosto potente e trasmissivo.
Dal punto di vista dei testi, c’è poco da fare, come abbiamo detto prima, è gangsta rap e non ci si può aspettare più di tanto. Ma dal canto suo possiamo dire che Simba (o chi per lui) sta migliorando la sua penna, avvalendosi sempre di un flow molto lento ma meno sfilacciato rispetto ai suoi precedenti lavori. Al netto di ciò, ci sono troppi pezzi decisamente troppo simili tra di loro e questo va a inficiare sulla sopracitata varietà di cui questo disco avrebbe un gran bisogno.
Basti sentire i momenti musicali affidati alle varie partecipazioni, tra le quali ricordiamo Guè, Ghali, Sfera Ebbasta, Baby Gang, nomi importantissimi che rappresentano dei veri e propri momenti di respiro all’interno dell’album che, senza di questi, sarebbe eccessivamente monotono a causa dell’inefficacia di Simba di muoversi tra le note o anche solo cambiare flow.
In definitiva, “Tunnel” ha qualcosa da dire. È vero, forse è poco, ma non è meno di tanti altri prodotti che vengono invece blasonati per la loro qualità artistica.
Forse il vero problema di questo disco risiede nel suo essere “per adulti” mentre viene ascoltato per lo più da una platea di ragazzini. E questo succede proprio a causa della semplicità con cui questa musica viene messa in scena, semplicità che si addice alle orecchie di un dodicenne che non dovrebbe essere il target di questa musica. È come se una puntata di Dora l’esploratrice parlasse di droga e sparatorie.