L’impero di Diddy sta cominciando a frantumarsi così come la sua reputazione: revocata la laurea ad honorem a colui che secondo Suge Knight sarebbe una talpa
Diddy sarà “slaureato”. Visti i recenti problemi legali del magnate, la Howard University di Washington D.C. ha deciso di prendere le distanze dalla sua immagine. Venerdì il Consiglio di Amministrazione ha votato per revocare la laurea honoris causa conferita a Puff nel 2014 e per annullare l’accordo di impegno del 2023 con la Sean Combs Foundation, mai effettivamente adempiuto. Hanno anche dichiarato di aver restituito la sua donazione di un milione. Al centro del mirino dell’università, il video di Cassie Ventura divulgato dalla CNN il 17 maggio scorso: “Il comportamento del signor Combs, colto in un video recentemente pubblicato, è così fondamentalmente incompatibile con il credo e i valori fondanti della Howard University che il suddetto non è più ritenuto degno di detenere il massimo onore dell’istituzione”.
Gradualmente l’impero di Diddy sta cominciando a frantumarsi così come la sua reputazione; all’inizio del mese, infatti, si è trovato costretto a vendere la sua quota di maggioranza in Revolt, la società di media da lui fondata nel 2013, rendendo i dipendenti il più grande gruppo di azionisti. La decisione fa seguito alle sue dimissioni di novembre da presidente dalla società, conseguenza delle molteplici denunce per violenza fisica e sessuale da parte di quattro donne -cui si sono aggiunte quelle di altre tre persone entro i sei mesi successivi.
Dopo che la pioggia di denunce è stata corroborata dal filmato del 17 maggio, in tanti hanno iniziato a domandarsi perché il magnate non stesse affrontando alcuna conseguenza sul piano legale, tanto più dal momento che le voci sui suoi festini e sui suoi loschi traffici avevano iniziato a circolare sempre più numerose, portandosi dietro l’assunto che la situazione fosse ben nota all’industria musicale. Una risposta è stata fornita da Suge Knight nella puntata di giovedì scorso del suo podcast Collect Call, ma in realtà è da tempo che l’ex Death Row sostiene questa tesi. Dalla sua cella Knight ha insistito per oltre 20 minuti sul fatto che Sean Combs sarebbe un informatore dell’FBI e per questo sia “intoccabile”.
Suge ha continuato sostenendo che sia i membri della sua cerchia sia l’Industria fossero perfettamente a conoscenza delle sue azioni e che pertanto dovrebbero condividere parte della responsabilità penale dei suoi misfatti. Ma il passato burrascoso tra Knight e Diddy, avversarsi nella faida tra le Coste degli anni ’90, non deve influenzare la ricezione delle sue opinioni. Infatti Knight non è l’unico a sostenere l’ipotesi FBI: anche la commentatrice conservatrice Candace Owens è d’accorso. “Non è in prigione perché è una risorsa dell’FBI/CIA,” ha ipotizzato Owens in un post su X il mese scorso, aggiungendo che “Kanye ha cercato di dirlo a tutti” riferendosi a un post su Instagram di Ye dell’ottobre del 2022 in cui West chiamava Diddy “federale”.