Il tribunale ha rifiutato la richiesta del rapper di poter uscire dal carcere per lavorare ai suoi progetti musicali
Il tribunale ha rifiutato la richiesta di Medy Cartier di poter uscire dal carcere per lavorare ai suoi progetti musicali. Medy è stato arrestato a metà marzo per rapina e lesioni personali, crimini commessi a 15 ma dai quali aveva ancora finire di scontare la pena di 5 anni e 20 giorni. Inizialmente detenuto nel carcere Dozza di Bologna, ultimamente era stato trasferito a Roma Rebibbia per affrontare un processo.
Al processo i suoi legali hanno richiesto il declassamento della pena da detenzione a libertà vigilata in modo da consentire al giovane trapper di proseguire con la sua carriera musicale, ma i giudici hanno rifiutato. Forse la decisione è stata presa in relazione al fallimento del passato: Medy infatti, dopo un po’ di tempo al Pratello, carcere minorile di Bologna, era stato affidato ai servizi sociali.
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Tuttavia alcuni episodi verificatisi nel periodo dell’affidamento avevano fatto sì che la procura riconsiderasse le misure da adottare e infine decidesse per la detenzione. Si trattava del concerto non autorizzato e tramutatosi in rissa nel centro commerciale Gran Reno a Casalecchio, dell’inseguimento in auto senza patente a Bologna e della denuncia per stalking della ex fidanzata, che gli era costata un braccialetto elettronico.
L’arresto di Medy era giunto in un momento particolare, perché la mattina dello stesso giorno dal sistema detentivo italiano era appena provenuta un’altra notizia, quella della morte di Jordan Jeffrey Baby, trovato senza vita nella cella in cui stava da dieci giorni. Jordan era stato arrestato nel 2023 insieme a Traffik per rapina aggravata da odio razziale: erano stati condannati a 5 anni e 4 mesi Traffik e a 4 anni e 4 mesi Jordan.