Diddy ha citato in giudizio un testimone e il suo avvocato
La situazione si è ribaltata. Dopo essere stato citato in giudizio una ventina di volta, Diddy è passato al contrattacco. Ieri infatti il magnate ha depositato una denuncia presso il Tribunale del Distretto Meridionale di New York in cui accusa un testimone del Gran Giurì e il suo avvocato di diffamazione.
Diddy sostiene che la testimone Courtney Burgess e la sua legale Ariel Mitchell abbiano diffuso informazioni false sulla sua vita privata, tra cui il fatto che sui filmati dei freak offs siano stati immortalati abusi su minori. Burgess ha dichiarato anche di aver ricevuto il memoir di Kim Porter, la moglie defunta di Sean Combs, e di volerlo pubblicare, nonostante i figli di Diddy e Kim considerino Burgess una perfetta estranea, tanto da averle inviato una diffida.
Diddy ha accusato Burgess e Mitchell di diffamazione e ha chiesto un risarcimento da 50 milioni di dollari. C’è da dire che, anche nel caso riuscisse a vincere la causa e ottenesse effettivamente i 50 milioni (eventualità improbabile), la sua reputazione sarebbe ormai macchiata indelebilmente. Recentemente infatti sono anche usciti i dettagli dell’aggressione a Ashley Parham, la donna presumibilmente abusata da Combs con un telecomando.
Potrebbe interessarti anche Diddy rivuole i video dei Freak Offs: “Mostrano adulti consensuali”
Ieri Ariel Mitchell si è espressa riguardo alle accuse: “Questo è solo un patetico tentativo di silenziare le vittime e le persone che si schierano dalla parte delle vittime”, ha dichiarato a TMZ, “Diddy ha tempo per fare causa, ma si rifiuta di accettare le notifiche delle cause già avviate contro di lui”. Mitchell ha poi affermato di essere impaziente di “presentare una contro-causa e assicurarsi che il tribunale punisca non solo Diddy, ma anche i suoi avvocati che hanno depositato questa patetica causa”.