Drake ha raggiunto un altro record di ascolti
Nonostante la narrazione popolare lo voglia morto dopo che Kendrick ha suonato “Not Like Us” al Super Bowl, umiliandolo davanti a tutto il mondo in diretta mondiale, Drake continua a mietere successi. Sabato, ad esempio, è stato annunciato che il rapper di Toronto è ufficialmente il primo artista della storia ad aver superato i 110 miliardi di stream su Spotify.
Il record di Drake arriva dopo l’uscita del suo nuovo album composto insieme a PARTYNEXTDOOR, $ome $exy $ongs 4 U, che ha già macinato numeri impressionanti sulle piattaforme. Ma il dominio di Drizzy su Spotify non è certo una novità: da più di un decennio il suo nome è costantemente ai vertici.
Il regno di Drake nello streaming inizia oltre dieci anni fa con Take Care (2011) e Nothing Was The Same (2013), due album che hanno ridefinito il rap melodico. Ma il vero boom arriva con Views (2016): il singolo “One Dance” diventa la prima canzone della storia a superare il miliardo di stream su Spotify, segnando un punto di svolta nell’era digitale.
Nel 2018, con Scorpion, Drake spinge i confini dello streaming ancora più in là, registrando oltre un miliardo di riproduzioni nella prima settimana. Da lì in poi, la macchina da numeri non si è mai fermata: In My Feelings diventa un fenomeno virale grazie alla Kiki Challenge, poi Certified Lover Boy (2021) domina le classifiche con hit come “Way 2 Sexy” e “Girls Want Girls”, fino ad arrivare a $ome $exy $ongs 4 U, che conferma il suo dominio nel 2025. Drake non è solo il più ascoltato, ma ha anche cambiato il modo in cui la musica viene consumata: ogni sua uscita definisce il mercato dello streaming, influenzando la creazione delle playlist e le strategie di promozione di Spotify.
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Nonostante il momento d’oro su Spotify, Drake ha dovuto posticipare il suo tour Anita Max Win, che era già soldout. L’annuncio è arrivato la scorsa settimana, scatenando un’ondata di speculazioni sui social. La realtà? I costi di produzione per rimanere due settimane in Australia non erano sostenibili, quindi l’organizzazione ha deciso di rimandare le date.