Alla fine è uscito davvero. MUSIC ormai è realtà e Playboi Carti può festeggiare uno dei tre debutti rap più grandi di sempre: 139 milioni di ascolti il primo giorno, quasi 90 milioni il secondo. Ma sul disco adesso pesa l’ombra dell’Intelligenza Artificiale.

L’uscita stessa dell’album è stato un parto: quattro anni dal precedente, un irragionevole numero di rimandi e, una volta uscito, mixing approssimativo e aggiustamenti su Spotify post-release. Non solo, ma c’è chi (in tanti, in realtà) sospetta che il pacchetto formato famiglia da 30 tracce sia il solito trucchetto per gonfiare gli ascolti confondendo l’algoritmo. Comunque non è neanche quello il terreno del dibattito, ma la discussione ora verte sulla possibilità che tra i featuring si nasconda lo zampino dell’IA.

In molti infatti hanno notato voci e produzioni sospette, soprattutto nei brani “RATHER LIE” con The Weeknd e “FINE SHIT”, ipotizzando che Carti abbia sfruttato l’AI per modificare o creare parti delle tracce. Secondo DJ Akademiks, però, Carti ha smentito ogni accusa, dichiarando che l’album è stato realizzato senza l’ausilio dell’AI. Stessa risposta anche per i precedenti brani, come “Timeless”, che avevano già sollevato dubbi. La realtà è che la tecnologia avanza a una velocità spaventosa, rendendo sempre più difficile distinguere le voci umane da quelle generate digitalmente. Se emergeranno prove concrete, la discussione potrebbe prendere una piega ben diversa.

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Indipendentemente dai dibattiti su streaming, AI e produzione, Playboi Carti ha già lanciato alcune hit destinate a dominare il 2025. Brani come “OPM BABI” stanno già risuonando in tutto il mondo, e finora ancora non è stato eletto un pezzo specifico a tormentone dell’album. Se MUSIC manterrà questo ritmo di ascolti potrebbe diventare il progetto più commerciale dell’anno.