I Blein ci svelano come è nato il loro primo album
Il nostro periodo blu
I Blein ci svelano come è nato il loro primo album
Redazione di Roma | 15 aprile 2014
Un gruppo di giovanissima formazione ma che forse c’era da sempre, come amano dire Tony, Gabriele, Simone e Francesco. I Blein nascono ufficialmente nel maggio 2012, quando il produttore Davide Pierucci nota su Villaggio musicale – sito internet dedicato alla promozione degli artisti italiani – questo gruppo di quattro giovanissimi ragazzi e propone loro di realizzare un disco.
«Essendo anche lui un musicista, chitarrista, compositore e arrangiatore ha subito cominciato a lavorare sui nostri brani apportando tutta la sua esperienza. Il lavoro svolto è stato notevole è i nostri brani, da acerbi e mal strutturati, sono diventati delle ottime canzoni». E così nasce l’album, Blein, lo stesso nome del gruppo: «Durante un viaggio a Madrid abbiamo visitato il museo Reina Sofia e siamo rimasti colpiti da un quadro di Yves Klein. Così abbiamo deciso di fare una crasi fra Klein e il suo colore preferito, blu: da qui è nato Blein».
Il disco si compone di sei brani, tutti nati dall’ispirazione originale del gruppo: a volte è l’idea a far nascere prima il testo e poi la musica, in altri casi si parte da una linea melodica per poi sviluppare il testo. La canzone a cui si dicono più legati è Sei tu: «È un pezzo molto particolare. In questo caso volevamo creare un brano “diverso”. Abbiamo pensato di scrivere una canzone che non rispondesse ai canoni della musica pop italiana, cercando di inventare una struttura che potesse rispecchiare tutte le nostre sfumature». Blein sarà presentato in questi giorni a Roma: da lì il gruppo conta di fare tappa in molte città per far conoscere la propria musica al grande pubblico. Il sogno nel cassetto? «Riempire stadi come San Siro o l’Olimpico: siamo animali da palcoscenico. Credo che sia il sogno di quasi tutti gli artisti». Nel frattempo, i Blein fanno le prove generali: la scorsa estate hanno fatto da gruppo spalla a un concerto dei Pooh. «È stata un’esperienza unica: stare su un palco gigante con quei giganti della musica ci ha regalato un’emozione fortissima».
«Essendo anche lui un musicista, chitarrista, compositore e arrangiatore ha subito cominciato a lavorare sui nostri brani apportando tutta la sua esperienza. Il lavoro svolto è stato notevole è i nostri brani, da acerbi e mal strutturati, sono diventati delle ottime canzoni». E così nasce l’album, Blein, lo stesso nome del gruppo: «Durante un viaggio a Madrid abbiamo visitato il museo Reina Sofia e siamo rimasti colpiti da un quadro di Yves Klein. Così abbiamo deciso di fare una crasi fra Klein e il suo colore preferito, blu: da qui è nato Blein».
Il disco si compone di sei brani, tutti nati dall’ispirazione originale del gruppo: a volte è l’idea a far nascere prima il testo e poi la musica, in altri casi si parte da una linea melodica per poi sviluppare il testo. La canzone a cui si dicono più legati è Sei tu: «È un pezzo molto particolare. In questo caso volevamo creare un brano “diverso”. Abbiamo pensato di scrivere una canzone che non rispondesse ai canoni della musica pop italiana, cercando di inventare una struttura che potesse rispecchiare tutte le nostre sfumature». Blein sarà presentato in questi giorni a Roma: da lì il gruppo conta di fare tappa in molte città per far conoscere la propria musica al grande pubblico. Il sogno nel cassetto? «Riempire stadi come San Siro o l’Olimpico: siamo animali da palcoscenico. Credo che sia il sogno di quasi tutti gli artisti». Nel frattempo, i Blein fanno le prove generali: la scorsa estate hanno fatto da gruppo spalla a un concerto dei Pooh. «È stata un’esperienza unica: stare su un palco gigante con quei giganti della musica ci ha regalato un’emozione fortissima».
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