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Vorrei e posso
Vorrei e posso
Mentre esce il suo nuovo singolo con J-AX “Vorrei ma non posto”, Fedez dice addio alla Siae, la società italiana che gestisce il monopolio del diritto d’autore in Italia. Annuncio che non manca di suscitare polemiche
Giulia Ciavarelli | 30 giugno 2016

Indipendenza, libertà e innovazione sono le parole chiave di una decisione che fa discutere, soprattutto il mercato discografico. Il rapper e produttore Fedez lascia il colosso Siae (Società Italiana Autori Editori) e si affida a Soundreef per la gestione dei propri diritti d’autore. È una presa di posizione non rivoluzionaria, ma che guarda bene al futuro. «Non voglio attaccare la Siae. Ho iniziato a pensare ad un’alternativa quando mia madre mi ha presentato il rendiconto del 2013: non c’era ancora Renzi ma papa Ratzinger, tanto tempo fa. Ho scoperto Soundreef perché sono appassionato di start up e questa si occupa di un contenuto che mi riguarda direttamente. Ho scelto di affidarmi a loro per la trasparenza dei miei diritti d’autore, perché voglio scegliere e sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia dei valori fondanti», commenta l’artista. 

Soundreef si pone dunque come alternativa alla Siae, ed è una piattaforma digitale che è stata ufficialmente riconosciuta dal Governo inglese lo scorso 18 marzo. Il metodo con cui gestisce i diritti è piuttosto dettagliato: ogni canzone viene monitorata attentamente per poi generare il pagamento corrispondente. Quattro sono i valori base per la società: tutti gli artisti sono uguali, la velocità di ripartizione, la rendicontazione analitica e infine la tracciabilità. L’accordo tra Fedez e l’amministratore delegato di Soundreef, Davide D’Atri, è stato firmato a Milano. «Quella di Federico è una scelta coraggiosa, ma anche di innovazione, dettata dalla voglia di cambiare il sistema che garantisce i più forti. La rivoluzione digitale non poteva che travolgere i monopoli che ancora resistono nel nostro Paese; assisteremo presto ad un effetto domino», commenta il fondatore dell’azienda. Il gesto di Fedez è in linea con l’attualità, ne fa parte: «Spero che questa mia scelta possa accendere un riflettore su un argomento complesso, e creare un dibattito sano. C’è una legge da fare in tempi brevi nell’interesse della discografia italiana». 

Per essere più chiari: mentre in molti Paesi opera più di una società in concorrenza per la gestione dei diritti, il percorso istituzionale nel nostro Paese è ancora all’inizio dell’esame parlamentare e per sollecitare il recepimento delle disposizioni europee, Soundreef e oltre 300 fra imprenditori e investitori hanno consegnato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva sono illustrate le ricadute positive della liberalizzazione e della fine del monopolio Siae, che favorisce solo «vecchi privilegi e rendite di posizione». Ciascun autore potrebbe affidare la gestione dei propri diritti d’autore a qualsiasi società autorizzata, a prescindere dal Paese di residenza. 

E mentre la Siae commenta seccamente: «Abbiamo saputo e preso atto della scelta di Fedez e certamente ci dispiace perdere uno dei nostri 80.000 associati. Continuiamo a stimare ed apprezzare Fedez come autore e come artista e tuttavia riteniamo che talune sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione», Fedez va già oltre. Il rapper milanese è infatti impegnato nel progetto discografico che lo vede protagonista insieme al collega J-AX: è appena uscito il singolo che anticipa l’album per Sony Music Vorrei ma non posto. Dalla coppia rap più amata del momento, sonorità californiane, un insolito drop musicale e un racconto dissacrante sulla nostra vita quotidiana filtrata dai social network.

 
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